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IL TEATRO DEGLI ORRORI LIVE AL DEPOSITO GIORDANI

IL TEATRO DEGLI ORRORI LIVE AL DEPOSITO GIORDANI

Terza data consecutiva per il tour del Teatro degli Orrori che, dopo il patavino CSO Pedro e l’Hiroshima Mon Amour di Torino, ieri sera è approdato al Deposito Giordani di Pordenone. Pierpaolo Capovilla e compagni sono tornati a calcare i palchi di tutt’Italia per promuovere la loro ultima e omonima fatica in studio, uscita il 2 ottobre per La Tempesta Dischi. L’apertura del concerto è stata affidata ai Bachi da Pietra, storico duo chitarra-batteria attualmente impegnato a presentare l’album “Necroide”, prodotto da Giulio Ragno Favero e firmato ancora una volta deposito2dall’etichetta discografica friulana. Il gruppo spalla ha terminato la sua esibizione all’insegna di un rock duro e immediato verso le dieci. Poi le luci si sono abbassate. Qualche minuto, giusto il tempo di prendere il respiro. Ed eccola arrivare la partenza decisa e gracchiante con la tripletta “Disinteresse e indifferenza”, “La Paura” e “Cazzotti e suppliche”. Tutta la prima parte del concerto si è concentrata sulle canzoni dell’ultimo disco, quasi a voler evidenziare, anche nella dimensione live, il nuovo corso intrapreso dalla band. Fin da subito sono arrivati con la potenza di un pugno allo stomaco, immersi nel noise più cupo, tutti i temi e le sensazioni evocate dalla nuova sporca dozzina: ipocrisia, solitudine, rabbia, indignazione. Una riflessione, intensa e passionale, sui problemi del nostro tempo e sulla deprecabile tendenza a dimenticare, come evidenziato in particolare con “Genova” o “Una donna”. A farla da padrone la figura teatrale di Capovilla, che, nonostante i problemi di voce, ha “recitato” e urlato i testi con un trasporto nervoso e senza sconti. Sulla scia di un sound grosso e decadente, i ritmi si sono alleggeriti solo con “Bellissima” e “Slint”. Dopo una breve pausa, il gruppo ha estratto dal cilindro una carrellata di canzoni prese dai precedenti lavori, in particolare “Dell’Impero delle tenebre” e “A sangue freddo”. A chiudere una canzone d’addio, “La canzone di Tom”, seguita da un’ultima esplosione di effetti e dissonanze, ultimo ruvido saluto al pubblico pordenonese.

Scaletta: Disinteressati e indifferenti, La Paura, Cazzotti e suppliche, Benzodiazepina, Lavorare stanca, Genova, Una donna, Il lungo sonno, Sentimenti inconfessabili, Una giornata al sole, Bellissima, Slint, Non vedo l’ora, Il turbamento della gelosia, E’ colpa mia, E lei venne!, Compagna Teresa, Majakovski, Vita mia, Due, A sangue freddo, La canzone di Tom.

Massimiliano Drigo

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