Da tifoso napoletano trapiantato in terra fiulana, il match infrasettimanale tra l’Udinese e il Napoli ha rappresentato per me, fortunosamente in ferie in terra partenopea a causa di un matrimonio, non solo l’occasione per godermi finalmente la mia squadra del cuore nello stadio del leggendario Maradona, ma anche una finestra aperta al confronto tra due modi di vivere la città che nel piccolo arco di due giorni mi ha manifestato tutte le differenze tra una metropoli “latina” Napoli e una cittadina più vicina alla mitteleuropa qual è Udine.
Questo racconto, non tratta della gara, di cui ognuno di voi sa il risultato e può trarre le proprie conclusioni, bensì sull’avventurosa preparazione alla partita e del ritorno a casa dopo la stessa che si può benissimo definire come una piccola avventura.
Abituato a comprare i biglietti al Friuli in una decina di minuti senza intoppi per il mio appuntamento annuale con la partita Udinese-Napoli, martedi mattina mi sono alzato di buona lena per ripetere il rito a squadre invertite. Ma non avevo fatto i conti con la città: tenendo presente che lo stadio si trova esattamente dall’altra parte della città, ho iniziato a cercare i biglietti nei punti Lottomatica, niente da fare. per un aggiornamento del server che blocca i pc i biglietti si possono fare solo al botteghino dello stadio.
Prendo così l’autobus (che a Napoli non ha orario..quando arriva arriva) e dopo una ventina di minuti di viaggio, arrivato in stazione centrale, il secondo intoppo: per raggiugere lo stadio devo prendere la metro, ma sui muri non vedo nessuna segnalazione per lo stadio nè qualche piantina della città che mi illumini su quale linea o fermata scendere. Chiedo cosi ad un vigile e non ancora domo entro nella metro facendo molta attenzione a contare le fermate giuste poichè nemmeno sui vagoni vedo traccia di una piantina, peccato. Le metro di Berlino, Torino e Vienna, mi avevano abituato troppo bene. Colpa mia.
Passa un’altra mezz’ora e finalmente all’uscta della metro faccio il mio primo incontro con il Signor San Paolo di Napoli: eccolo, maestoso, carico di storia e di leggenda, che si presenta e mi invita ad entrare; i botteghini purtroppo non godono della stessa luce e ricordano vagamente il bunker tedesco sulla manica di “Salvate il soldato Ryan”.
Attraverso un vetro e due grate di ferro cerco di parlare all’addetto abbassandomi verso i due cm di spazio disponibile tra me e lui.. ovviamente senza microfono, urlando al ragazzo trincerato li dietro. Questo mi risponde che essendo residente ad Udine, i biglietti per la partita non li posso fare se non nel settore dell’udinese e con la tessera del tifoso; per mio padre invece, nato a Napoli (ma residente ad Udine!) il biglietto c’è; un tifoso in fila dietro di me mi propone la soluzione: fare il biglietto (che deve essere nominale) con i dati di un parente, ed entrare con quello.
Noncurante del siparietto appena passato, quando do all’addetto alla vendita i dati di mio nonno (nato nel 27) mi stampa il ticket per il mio sogno: ora ho speranza di vedermi la partita!
CONTINUA…
Giandomenico Altieri
© Riproduzione riservata