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Intervista all’Assessore Simona Liguori: la Sanità a Udine dal Nuovo Ospedale alla riforma sanitaria

Come valuta la prima parte del suo assessorato?
 
La valuto costruttivamente, vivendo il mandato come un’opportunità di comprendere i bisogni sociali dei cittadini e dare loro risposte quanto più possibile adeguate.
 
Il welfare, i tagli e la crisi, Udine come reagisce?  
 
È un dato di fatto che il Comune di Udine abbia previsto forme di sostegno per la comunità, nonostante il periodo contingente di difficoltà per i bilanci degli enti locali. A fine 2014 l’Ente ha emanato un bando straordinario per contributi a sostegno del reddito familiare e per le borse lavoro sociali straordinarie.
All’interno dell’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito, il Comune di Udine ha sostenuto lo sviluppo di aiuti economici derivanti da specifici fondi regionali, anche accompagnando la revisione dei procedimenti amministrativi e i tempi di attesa per le persone.
Questo non vuol dire che le risorse siano infinite, ma significa che l’attenzione al sistema sociale della comunità è ai primi posti nell’agenda dell’Amministrazione.
 
Capitolo Ospedale Nuovo: quali sono i suoi auspici per la nuova struttura sanitaria? 
 
Tra l’Ospedale ed il territorio deve sempre più consolidarsi la sinergia già in atto, ad esempio nel sistema delle “dimissioni protette” con costruzione di percorsi di assistenza integrati tra mondo sanitario e mondo sociale anche tenendo conto di nuove risorse che il Comune può offrire per l’accoglienza intermedia ed assistita tra la struttura sanitaria e il domicilio. Stiamo ragionando su questo anche per rispondere alle sollecitazioni della Regione a dare avvio a breve ad esperienze di “domiciliarità innovativa ed abitare sociale”
 
 
La popolazione udinese è composta sempre più da anziani. Quali sono i progetti del Comune per affrontare e prevenire i relativi problemi?
 
I versanti di intervento sono ampi ed articolati: da una parte l’Ambito Distrettuale 4.5, di cui il Comune di Udine è Ente Gestore, sta predisponendo, sulla base degli indirizzi dell’Assemblea dei Sindaci, un “piano locale sulla domiciliarità” per offrire a tutti i cittadini in situazione di non autosufficienza ed alle famiglie che li assistono a domicilio una gamma di interventi aggiuntivi oltre al tradizionale servizio di assistenza domiciliare.
Dall’altra parte, il Comune di udine, tramite il proprio Servizio sociale, dà continuità alle azioni di prossimità sviluppate dal progetto “No alla Solit’Udine”. Inoltre, con l’avvio da inizio aprile del nuovo Regolamento sul Fondo per l’Autonomia Possibile, il Comune di Udine, all’interno dell’Assemblea dei Sindaci, è impegnato ad accompagnare lo sviluppo di tutte le progettualità innovative che il nuovo Regolamento prevede e sollecita, anche con progetti innovativi e sperimentali di sostegno alla domiciliarità e di sollievo alle famiglie che con tanto amore ma anche con tanto sforzo accudiscono i loro cari a casa.
 
 
Esistono nuovi strumenti utili ad affrontare la disabilità che il Comune può mettere in campo? 
 
Il Comune, insieme all’Ambito, sta riprendendo con forza azioni sinergiche con le risorse della comunità, in primo luogo con il mondo della scuola: infatti il servizio socio-educativo dell’Ambito si svilupperà in raccordo con le direzioni scolastiche anche per tenere conto delle varie situazioni di disabilità e difficoltà che si presentano quotidianamente in classe e poi nelle famiglie.
Questo in raccordo anche con i servizi socio-sanitari del Distretto e dell’Azienda sanitaria.
 
 
Le riforme della Regione su sanità ed enti locali toccheranno anche Udine ed il suo assessorato?
 
La gestione attuale dei servizi sociali vedrà sicuramente una modifica per tenere conto delle due importanti riforme regionali.
Sicuramente, un passaggio obbligatorio sarà quello dello sviluppo delle attività sociali dell’Ambito all’interno di quella che sarà l’Unione Territoriale Intercomunale. Questa, comunque, sarà composta da un punto di vista geografico e dai Comuni che ne faranno parte. La gestione associata dei servizi sociali dell’Ambiti si pone in modo idoneo tra le due riforme: già i servizi sociali sono integrati con i servizi socio-sanitari, e quindi nella riforma sanitaria. Inoltre i servizi sociali sono espressione di un modo di lavorare comune di più Enti, e quindi nella riforma delle autonomie locali.
L’attenzione da parte dei Comuni e dell’Assemblea è dedicata, in questo momento, al processo, strumenti e risorse con cui tutto questo dovrà avvenire: il tutto per cogliere al meglio l’opportunità offerta da questa occasione per costruire un nuovo sistema di politiche sociali ‘sovracomunale’, che però tragga le sue azioni dalle esigenze e bisogni espressi dalle diverse comunità locali.
intervista di Timothy Dissegna

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