Che folla ieri sera al teatrone! Me l’aspettavo perchè sia Nancy Brilli che Carlo Goldoni non hanno certo bisogno di carta d’identità per farsi riconoscere . E sicuramente la maggior parte degli spettatori si sarà chiesto cosa mai potevano proporci questa bravissima compagnia di attori per rinfrescare una commedia che di sicuro l’autore , se fosse vivo con le royalities avrebbe comprato mezza Venezia. Già di suo Mirandolina è tra i personaggi goldoniani probabilmente il più moderno: donna, single , imprenditrice e per giunta bella e capace di gestire vita privata e lavoro lottando contro gli stereotipi del mondo maschilista.Tutto questo mix di caratteristiche viene ben elaborato dall’esperienza professionale di Nancy Brilli che ha proprio la maturità e la consapevolezza giuste per questa parte.
Ma al di là della trama , piena di spunti attualissimi ancora oggi , la forza di questo spettacolo sono stati secondo me i costumi .Bellissimi .Forti .Incisivi nel carattere di ciascun interprete. Spiccavano dal candore della scenografia in stile neo-settecentesco (dove i cinque maxi-cassettoni classicamente decorati , ruotando , creavano i vari ambienti della locanda ).Creavano un reale supporto alla bravura degli artisti . Così gli spasimanti -clienti della protagonista si capiscono meglio solo a guardarli , i dettagli del proprio personaggio escono dalle pieghe dei tessuti e dei colori di giacche e mantelli . La bravura dell’interprete del marchese tirchio è resa ancor meglio dal costume grigio polvere , dalla bianca parruccona di ridicola foggia settecentesca . Il grottesco conte godereccio è ancora più pazzoide se vestito di arancio e viola e con i capelli a cresta colorata . Per non parlare poi del look total -black del cavaliere misogino , selvatico e burbero che così vestito si avvicina quasi ad un biker d’altri tempi. Colpetto di genio. poi, è l’idea di proporre la commediante Ortensia (ospite anche lei della locandiera )con un gioco ambiguo uomo/donna ,come una drag-queen di secoli passati , follemente sottolineata da una mise tulle e bustier tipo un burlesque ante litteram.
Fabrizio poi, l’umile servitore -tuttofare di Mirandolina ,è veramente quello che gli abiti disegnano : un ragazzo semplice, non ricco ma dignitoso, senza equivoci.L’unico che è schietto così come appare . Regina della scena, nella locanda come Mirandolina e sul palco come Nancy Brilli , la protagonista affida al suo costume la storia della sua persona .Ha un corsetto strizzato in vita , che sembra fatto di pelle , che protegge bene il suo corpo ma concede un’ampia scollatura maliziosa perché lei è proprio così si propone al cliente con la giusta grazia ,ma si tutela appena il cliente si illude . Questo gioco lo conduce lei , sempre, con tutti , certa di vincere finché incappa in quel nero cavaliere chiuso in se stesso . E lì (come quasi tutte le donne farebbero)scatta la sfida:chi mai può arrendersi alla femminilità quando è supportata da intelligenza ,bravura e simpatia? La lotta tra i due personaggi è durissima , anche molto subdola, pur di vincere la scommessa.Perchè spesso, cara Mirandolina gli uomini notano subito il corsetto sexy ,sottovalutando che lì dentro c’è tanto , tanto cuore ,che se non fose così ben tenuto stretto dalle stringhe potrebbe travolgere chi gli capita a tiro . E menomale che c’è ancora qualcuno che capisce quale cordone del bustino è quello giusto per essere sciolto senza fare danni …… ma Goldoni era forse un po’ femmista?
Pensateci e pensatemi Al.Ga.