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La politica come teorema e l’economia come assioma (Il rapporto possibile tra politica ed economia)

La politica come teorema e l’economia come assioma (Il rapporto possibile tra politica ed economia)

Esiste interazioni tra politica ed economia o sono autonome? Il rapporto possibile tra politica ed economia non esiste e questo perché la politica esprime la dinamica del teorema mentre l’economia esprime l’assioma cioè un sistema ipotetico-deduttivo, basato esclusivamente su un insieme di definizioni implicite formali degli enti fondamentali, che possono essere scelti ad arbitrio purché siano compatibili. Un Teorema è un enunciato dimostrabile all’interno di una certa teoria matematica. Ogni teoria matematica, detta più propriamente sistema formale, ha, alla sua base, una serie di verità fissate a priori, dette assiomi: esse contengono le proprietà fondamentali di alcuni oggetti, che costituiscono i concetti primitivi della teoria stessa.

Mentre in epistemologia, un assioma è una proposizione o un principio che viene assunto come vero perché ritenuto evidente o perché fornisce il punto di partenza di un quadro teorico di riferimento. L’insieme degli assiomi e dei concetti primitivi costituiscono il fondamento, il “punto di partenza”, o l’inizio, di ogni teoria deduttiva che si presenti come sistema assiomatico. Un postulato si differenzia da un assioma in quanto è introdotto per dimostrare proposizioni che altrimenti non potrebbero essere dimostrate. In altri termini si può definire come una semplicissima “teoria ad hoc “, accettata grazie alla sua utilità.

L’utilizzo dell’approccio assiomatico in economia è una manifestazione del progressivo impiego, nel 20° sec., del metodo matematico alla teoria economica, nel tentativo di conferire a quest’ultima lo status di ‘scienza’. Coerentemente con l’approccio assiomatico, specifiche proprietà sono imposte alla relazione di preferenza del consumatore sui panieri di beni, e da queste proprietà – gli assiomi – vengono dedotte caratteristiche delle curve di domanda e del funzionamento dei mercati. (Enciclopedia online Treccani.it).

Secondo filosofia politica l’uomo non è un essere naturale ma un prodotto dei rapporti sociali. Nella critica dell’economia politica Marx scrive: “…nella produzione sociale della loro vita, gli uomini entrano in rapporti determinati, necessari, indipendenti dalla loro volontà, rapporti, questi, di produzione i quali corrispondono ad un grado determinato dell’evoluzione delle forze produttive materiali” E continua Marx “… la struttura economica della società è costituita dall’insieme di quei rapporti di produzione i quali formano la base sui quali si eleva la sovrastruttura giuridica e politica, cui corrispondono determinate forme della coscienza sociale ….”

Marx, quindi, distingue tra struttura e sovrastruttura. La struttura sono i rapporti sociali di produzione che stanno in un certo grado di adeguatezza con lo sviluppo delle forze produttive, cioè col grado di tecnologia. La sovrastruttura sono la rappresentazione di questi rapporti attraverso la vita normativa – quindi, attraverso il diritto, attraverso la religione, l’arte ed ogni altra forma di espressione e rappresentazione. (Marx vede proprio l’ attività di produzione che si concretizza nella creazione di valore – utilità, che organizza un sistema di erogazione. Mentre dobbiamo vedere più la creazione come valore superiore dell’uomo libero, la creazione che esprime un’ampia componente sociale.) L’uomo è veramente un animale relazionale, sostiene anche l’economia.

Ma la differenza tra politica e economie è che la politica non vede solo la società come un dato di fatto come lo fa l’ economia ma come un dato che deve diventare un fine. Per esempio, secondo Aristotele l’obiettivo dell’economia non può essere una crescita illimitata dei beni materiali perché l’ossessione per l’accumulo di denaro e ricchezze ci distrae inevitabilmente dalla ricerca di una “vita buona” e ci fa vivere in modo innaturale. La parola economia proviene secondo pensiero classico Eco – nomia: oìkos nòmos: casa – legge, quindi l’insieme delle leggi necessarie al governo della casa. Cioè l’economia era un’economia di esperienza, un’economia locale e un’economia locale non significa non-economia Significa solo un’economia differente, più vicina all’uomo, al suo bisogno di tessere relazioni sociali vere, di sorridere, di riflettere, di risposarsi. Per Aristotele la ricchezza è solo “l’insieme degli strumenti che hanno a disposizione la famiglia e la città” e per ciò stesso essa deve avere un limite, mentre nella nostra civiltà esiste il dogma liberista laissez-faire.

Però la politica diventa una tecnica di amministrazione che si regge sui sondaggi, sulle elezioni, sulla manipolazione dell’opinione pubblica, sulla gestione dei mezzi di comunicazione di massa ecc. E’ invece vero che l’economia oggi dominante ha le sue fondamenta in un paradosso: voler governare il mondo reale applicando teorie e modelli astratti, tra cui, la chimera del mercato in concorrenza perfetta. E dall’uomo politico siamo oggi all’homo economicus. L’homo economicus nell’ambito dell’emergente disciplina esprime un obiettivo della massimizzazione. Pierre Bourdieu ha scritto per esempio: «Il mito dell’homo oeconomicus e della “teoria dell’azione razionale” (sono delle) forme paradigmatiche dell’illusione scolatìstica che porta il sapiente a porre il suo pensiero in testa a coloro che agiscono ed a porre al principio della loro pratica, cioè della loro «coscienza», le sue proprie rappresentazioni spontanee o elaborate o, peggio, i modelli che ha dovuto costruire per rendere ragione della loro pratica».

Pierre Bourdieu. Les structures sociales de l’économie“Le strutture sociali dell’economia”. L’economia è lo “Stato di eccezione”,(cioè l’ economia come potenza) teorizzato da Karl Schmitt, che comporta la rigida soggezione economica della moltitudine ad alcuni potenti, siano essi finanzieri, tecnici o burocrati, poco importa. Però l’economia è assioma. Oggi viviamo tre assiomi dell’economia. Primo assioma è del mercato. Un mercato è un processo attraverso il quale le decisioni delle famiglie circa il consumo di beni e servizi diversi, delle imprese circa che cosa e come produrre e vendere e dei lavoratori circa quanto e per chi lavorare, sono rese compatibili attraverso aggiustamenti di prezzi. Il secondo assioma è l’economia di mercato.

Organizzazione economica di un Paese che si fonda sulla proprietà privata, sulla libertà d’impresa e sullo scambio di beni e servizi in mercati liberi.E il terzo assioma è l’economia mista. Nelle economie miste il funzionamento del sistema economico è frutto di processi decisionali sia pubblici (dello stato) che privati. Sono assiomi assoluti e senza spiegazioni. Però la politica è teorema. E dobbiamo ricordare che un teorema è una proposizione che, a partire da condizioni iniziali arbitrariamente stabilite, trae delle conclusioni, dandone una dimostrazione. Il teorema sostiene ipotesi ma le ipotesi sono le condizioni iniziali su cui si vuole ragionare, esse sono puramente arbitrarie e non hanno motivo di essere dimostrate. E come sosteneva Fernand Braudel sempre avremo la differenza, nella crescita del capitalismo, che fa la qualità dell’alleanza tra sfera politica e sfera economica difficile.

Apostolos Apostolou

Docente di Filosofia.

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