RESTA CRITICA LA SITUAZIONE ECONOMICA IN FVG – SPECIE PER LE NUOVE GENERAZIONI…
… e’ quando emerge dai ricercatori e dagli esperti economici della Sede di Trieste della Banca d’Italia che hanno illustrato, nell’aula magna del dipartimento di scienze giuridiche, del linguaggio, dell’interpretazione e della traduzione dell’Università di Trieste, lo stato dell’economia in Friuli Venezia Giulia. Dalle premesse e dagli approfondimenti fatti dai relatori si evince che la ripresa che non c’è e il credito resta molto oneroso soprattutto per le aziende. Anche se il 2014 nel primo trimestre ha dato qualche pallido segno di ripresa, sempre però con molti settore in deficit “d’aria” il resoconto del 2013 da un quadro orribile della situazione economica della Regione. Non rassicura gli operatori, neanche quando asserito dal direttore della Sede della Banca d’Italia Pietro Sambati riguardo all’attenuarsi degli andamenti negativi che sono stati sviscerati durante i lavori in sala, risulta chiaro che, come sul territorio nazionale, la crisi non è del tutto terminata. Le aziende continuano a non effettuare investimenti significativi, con la conseguenza che non c’è domanda di Credito da parte degli investitori. La ricchezza media delle famiglie è pari a circa il 7,2 volte il reddito disponibile lordo. Le provincie di Udine , Pordenone e dell’area giuliana, non ha dimostrato nel primo trimestre del 2014 significativi segnali di ripresa, con la produzione industriale (+2,8%) e l’export (+3,2%) in aumento, ma con un forte calo delle vendite interne con un preoccupante -5,5%. Secondo l’indagine degli analisti di Bankitalia gli investimenti dovrebbero diminuire anche le corso del 2014. Per le banche resta stagnante anche il settore del Credito dove la domanda è stata negativa per tutto il 2013 e non accenna a cambiare direzione neanche nel primo trimestre 2014. Anche le esportazioni non si sono ancora riprese dopo il tonfo del 2012 e in regione l’andamento è stato ancora più negativo che nell’intero Nord Est. Quello che continua a preoccupare è il mercato del lavoro dove sono aumentati i disoccupati e il livello generale di disoccupazione è salito al 7,7% con un aumento di oltre cinquemila persone senza lavoro in più rispetto al 2013 che fa segnare una quota di oltre quarantaduemila persone in attesa di lavoro dove «L’ombra più grave – ha affermato ancora il direttore Sambati – riguarda soprattutto i giovani, i cosiddetti Neet, che nella fascia tra 15 e 34 anni sono il 17,4% nel biennio 2011-2013.. Cosa preoccupante è che anche nel primo trimestre 2014 l’andamento lavoro denota un lieve peggioramento. Il numero medio degli occupati è sceso a circa 500 mila unità, raggioungendo un livello storicamente basso. Le assunzioni a tempo indeterminato si sono ridotte ancora dal 2012. La piaga delle forme contrattuali flessibili i contratti a tempo determinato e interinali rappresentano i tre quarti del totale degli avviamenti. Gli ammortizzatori sociali hanno quindi raggiunto valori storicamente elevati con oltre 25 milioni di ore di cassa integrazione guadagni, nel 2013 che segna un più 5,4% rispetto all’anno precedente. I settori più colpiti :la meccanica con il il40%delle ore di Cig, seguita da legno e mobili con il 15% e dall’edilizia con il 13%. Nel 2013, sono ulteriormente diminuite le quote di prestito elargito con un calo del 4,3% rispetto al 2012. L’unica boccata di liquidità è stata operata da interventi pubblici dove i finanziamenti sono stati divisi per il 16% all’agricoltura, per l’8% all’artigianato e per il 7% a commercio, turismo e trasporti. Il quadro che emerge dalla relazione annuale esposta dalla Banca d’Italia rimane quindi molto negativo.
C. L.