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La scortecata, ieri oggi e domani

La scortecata, ieri oggi e domani

Fino a che età è lecito sognare, innamorarsi, sperare in una vita diversa. Probabilmente non esiste una età oltre la quale tutto ciò non deve accadere più perché i sogni e i sentimenti non invecchiano come invece accade al corpo sul quale il tempo che passa è solcato da segni più o meno visibili.

La scortecata di Emma Dante parla di due vecchie che riescono a fare innamorare il re mostrandogli dal buco della serratura  il dito mignolo. E arrivano a farsi scorticare nella vana speranza di ringiovanire.

Il racconto è contenuto ne Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile e la Dante porta in scena  una quasi interamente fedele rappresentazione.

Come nella tradizione teatrale del settecento le vecchie sono impersonate da due maschi (i meravigliosi Salvatore D’Onofrio e Carmine Maringola) e ciò contribuisce ad aumentare la tensione della storia. Tutto è come deve essere, e negli atteggiamenti nelle movenze ciò che gli spettatori vedono sono proprio due vecchie. Fanno tenerezza nel sedersi assieme sulle “seggiulelle” pieghevoli o quando si confessano l’un l’altra di essere stufe in quanto vecchie brutte e sole. Piccoli litigi, rinfacci e complicità tipici di una lunga vita passata assieme  fanno comprendere il profondo legame di affetto e di sangue che le ancora ad un destino di povertà solitudine, miseria ed emarginazione. Storie di ieri di feroce attualità. Due sedioline richiudibili, un castello delle favole in miniatura poggiato su di un tavolinetto coperto di un drappo azzurro coronato di stelle, una porta, quella della loro casa che se da una parte le confina ad una vita grama, dall’altra  potrebbe aprire alla felicità, un baule ricolmo di magie, un lenzuolo per ricoprire le vergogne assieme ad un uso sapiente delle luci catapultano gli spettatori in un mondo fatto di niente dunque  vero. Il testo è vivace ed immediato grazie alla scelta della Dante di usare il napoletano di Basile ricco di colori,  musicalità, ricchezza espressiva. Il tempo è ritmato e scandito dall’uso di canzoni della tradizione napoletana, si riconoscono ad esempio Reginella e Mambo Italiano solo per citarne alcuni.

Uno spettacolo che rimarrà a lungo nel cuore di chi avrà la fortuna di poter assistervi, uno spettacolo che è la vita di tutti giorni dove per essere adeguati e considerati si deve corrispondere a canoni di bellezza preconfezionata.

Visto a Udine al Teatro Palamostre in cartellone per Teatro Contatto 36.

Mtr

About Maria Teresa Ruotolo

Nata a Udine nel 1970 vive a Grado. Giornalista Pubblicista dal 2004; Laurea in Scienze Politiche indirizzo politico sociale collaborazione varie: con il Consorzio Agenti Immobiliari per la redazione dell’editoriale di Corriere Casa Nord Est; con Gruppo Sirio per la redazione di articoli pubblicati sul periodico Business Point e altre varie collaborazioni per la redazione di articoli di attualità e politica.

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