Hearing del regista iraniano Amir Reza Koohestani, andato in scena per Contatto 35 è uno spettacolo carico di tensione.
In un dormitorio femminile di Theran una studentessa sente (o crede di aver sentito) una voce maschile provenire dalla stanza di una compagna che viene denunciata. Hearing come ascolto ma soprattutto come interrogatorio. Lo spettacolo è strutturato come un interrogatorio e le ragazze si alternano sul palco per rispondere alle domande poste dalla responsabile seduta tra gli spettatori. Dapprima le domande sono poste con voce suadente, accomodante ma, man mano che il colloquio procede la voce si fa sempre più insistente e le domande sempre più incalzanti per far confessare. Confessare cosa poi. Ciò che deve emergere non è tanto la verità in senso assoluto quanto una verità “di comodo” che permetta alle altre di non essere colpite da un’autorità più alta. La macchina del tempo viene spostata in avanti e si viene a sapere che l’accusata dopo essere scappata all’estero è morta suicida, e la compagna che la ha denunciata vive in preda ai rimorsi. Il clima di angoscia è palpabile, il buio attanaglia la vita delle donne e chi è in sala ben comprende come debba essere difficile vivere in una società dove, il sospetto, la paura e la menzogna sono condizione necessaria alla sopravvivenza di ciascuno.
La scenografia è praticamente assente, sul palco solo un pannello nero su cui scorrono i sovratitoli: lo spettacolo è in lingua farsi.
Brave le attrici Mona Ahmadi, Ainaz Azarhoush, Elham Korda, Mahin Sadri.
Maria Teresa Ruotolo