“Quando ero giovane, mi dicevano: Vedrà quando avrà 50 anni. Ho 50 anni. Ma non vedo niente”. (E.S.)
Cento anni separano la data di nascita di Erik Satie (1866) da quella di Alessandra Celletti (1966), pianista e compositrice romana, nelle cui partiture si ritrova una sorta di “spirito di discendenza” dal maestro francese. Il suo Esoterik Satie, pubblicato nel 2000, veniva accolto dal plauso unanime della critica facendo di Celletti un’interprete tra i più accreditati del compositore di Honfleur.
Working on Satie è un percorso costruito come un work in progress, nel quale gli elementi e le suggestioni che si rintracciano negli esperimenti musicali e nelle azioni artistiche del compositore francese, per Celletti diventano la fonte di nuove armonie e per Onze l’ispirazione di immagini, cut up e interventi video; una performance in cui i diversi elementi si intrecciano e sovrappongono in un incastro di melodie e assonanze visive.
Illusione>equivoco>distorsione>visione>sogno>segno>suono.
Working on Satie é un itinerario di musica e video attraverso una serie di appuntamenti che di volta in volta compongono le tessere di un mosaico immaginario. Un dialogo vivo che si esprime attraverso le note che Alessandra Celletti compone e scompone e nelle immagini di Onze, artista di immagini.
Pianoforte, elettronica ed arte visiva hanno l’obiettivo di creare uno “spazio visionario” di suoni e immagini volto a rappresentare la surreale poetica della vita e a suggerire l’esperienza di diversi livelli di realtà, in cui risuona l’eco mai spenta di Satie.
Se la musica è lo strumento d’espressione di Alessandra Celletti, Onze, al secolo Stefano Centonze, è artista di immagini. Pittore e illustratore lavora con diverse tecniche combinando matita, colori acrilici, collage, fotografia, pennello e computer grafica. Comincia sempre il suo lavoro con uno schizzo disegnato a mano su carta, anche quando utilizza gli strumenti digitali. Tra le influenze artistiche della sua opera unica ed originale, si ritrovano la pittura espressionista, la pop art, i fumetti e la poster art. Nell’ultima fase della sua produzione Onze ha approcciato il mondo delle immagini in movimento realizzando una serie di video nei quali non rinuncia comunque ad applicare le sue specifiche peculiarità pittoriche.“Onze, è un artista che da oltre vent’anni ha dato un senso potente, contemporaneo e innovativo alla definizione “illustratore”. L’ha fatto soprattutto con la sua capacità di infondere uno spessore completamente artistico alla difficile arte del fornire un’iconografia a storie, trame, concetti, avvenimenti, persone: ritratti non ritratti, formule libere, “illustranti”, di ciò che un viso o un corpo, fotografati, nascondono.
Onze svelatore di essenze per sottrazione, per aggiunta, per scomposizione: ogni opera è illustrazione ma anche quadro, esiste a prescindere da ciò che narra, pur essendone l’essenza. E la sua tecnica è ibrida, sovrapposta: si parte da un disegno manuale ma c’è il collage, la pittura di macchia, la composizione fotografica, il segno della china, il pennello, l’immagine sottratta e decontestualizzata che diventa campitura, le linee che ripetono le forme e i contorni, le sottolineano.
Onze prende i pezzi e li vede staccati, come le diverse prospettive di Picasso, e li sovrappone anche cromaticamente come certe opere dell’astrattismo tedesco (le incisioni di Heinz Kreutz, ad esempio) ma non perde mai il contatto con la forma della rappresentazione: tutto resta comunque riconoscibile pur nella sua trasfigurazione, non rinuncia a essere iconografico, alla sua vocazione. Proprio per questo suo lavoro così complesso, unico, elaborato, le sue opere sono così riconoscibili, il suo stile inconfondibile, a prescindere da quale tavolozza usi, o non usi”.
[M.Mazzitelli]
Satie è sicuramente un mio autore prediletto, forse per quella sua “monotonia”, per le sue doppiezze di irriverenza e profondità, di nostalgia e lungimiranza; per il suo voler
depurare la musica da ogni enfasi romantica e da tutti i virtuosismi inutili, per restituirle gli elementi essenziali di armonia, melodia e ritmo. Il mio lavoro vuole essere un immaginario passaggio di testimone, la prosecuzione di un discorso mai concluso e che non va comunque verso la parola fine. Un invito ad attraversare lo specchio, complici i tasti di un pianoforte e i colori di mille tavolozze digitali, i suoni sintetici e i ritagli di carta sottile. (A. C.)
organizzazione: Bonawentura. Prevendita c/o biglietteria del teatro tutti i giorni dalle 17.00 alle 19.00.
Andrea Forliano