Dopo quasi 50 anni di servizio, il Catasto Regionale delle Grotte del FVG – che raccoglie, grazie all’opera degli speleologi, i dati ambientali del nostro sottosuolo – potrebbe chiudere i battenti, mettendo così a serio rischio la mole di dati catalogati in 150 anni di attività. L’allarme arriva dalla Federazione Speleologica Regionale del FVG e dalla Federazione Speleologica Triestina: «Con il drastico taglio dei fondi – spiega il presidente, Furio Premiani – non siamo più in grado di garantire il nostro fondamentale apporto per la gestione del Catasto delle Grotte. Speriamo vivamente che la Giunta regionale, nella seduta del 22 luglio, possa ripensarci e rinnovare l’appoggio che ha garantito negli anni».
Il Catasto Regionale delle Grotte è stato istituito con la Legge Regionale 27 nel 1966 grazie alla lungimiranza della neo costituita Regione Friuli Venezia Giulia (nata solo due anni prima). Il Catasto Regionale svolge una funzione di primaria importanza nella raccolta e catalogazione dei fenomeni carsici della nostra regione, non solo per gli appassionati di questo ultimo continente inesplorato del pianeta che sono le grotte, ma anche per numerose Istituzioni ed enti scientifici di ricerca, locali e non. Il costante monitoraggio delle 7738 grotte presenti sul territorio regionale è svolto dai 24 Gruppi speleologici che hanno ricevuto fino al 2006 dei finanziamenti grazie a fondi Regionali. Dal 2007 la Regione ha passato, per devoluzione, alle quattro province il compito di finanziare le associazioni speleologiche con 154.000 € annui. Attualmente le province, nel loro complesso, erogano solamente il 40% della somma iniziale.
Uno stanziamento per il 2014 estremamente esiguo che mette quindi a serio rischio l’esistenza dei Gruppi speleologici e quindi del Catasto Regionale delle Grotte, organismo che si regge sul lavoro volontario di oltre 3.000 speleologi, gli unici esperti, dotati di materiali e tecniche indispensabili per poter scendere nelle grotte per eseguire le operazioni di monitoraggio: «I materiali per l’esplorazione sono molto costosi e hanno una rapida obsolescenza – sottolinea Premiani – se non viene rivisto lo stanziamento si avrà un inevitabile calo delle azioni di salvaguardia del territorio secondo quanto previsto dalla legge 27».
«Sarebbe davvero un peccato se si dovesse arrivare alla chiusura del Catasto – conclude il presidente della Federazione Speleologica Regionale del FVG, Furio Premiani – Dopo il successo registrato in Germania dagli speleologi della nostra regione, con il determinante apporto tecnico nel salvataggio del collega ferito a 1000 metri di profondità, si è avuto un grande riscontro mediatico, confermando la nostra preparazione e capacità. Caratteristiche che da anni mettiamo al servizio degli enti regionali e provinciali e che speriamo di poter continuare a fare grazie a un ripensamento sugli stanziamenti».