Giovedì 17 (e anche il 23) all’Isis Malignani e il 19 marzo all’Istituto d’arte Sello, gli studenti saranno coinvolti nell’affrontare la problematica partendo da alcuni oggetti conservati da loro o dai loro genitori, che hanno un legame con una storia o un frammento di storia della propria famiglia. Attraverso l’osservazione “guidata” di questi materiali sarà possibile recepire informazioni ben più numerose di quelle che si notano a uno sguardo superficiale. Per esempio: una fotografia degli anni settanta fornirà dati sul formato, sulla macchina usata per scattare la foto, e poi dettagli sul modo di vestire dei soggetti inquadrati, le pettinature, il paesaggio circostante o l’arredamento, se si tratta di un interno ecc.
E le registrazioni audio, le foto, che forse non si potranno più recuperare nella classica scatola di cartone o nel baule di famiglia, come potranno essere conservate?
Da questa introduzione si analizzeranno cloud, memorie smart e hard disk e immaginare insieme come difenderci dall’evanescenza e dalla proliferazione continua di enormi quantità di dati che ad un certo punto non sapremo più come gestire a meno di non tornare alla capacità di fare selezione.
Inoltre, dove si prospetta un problema nasce una nuova professione, ed ecco che negli ultimi anni si stanno formando spontaneamente delle nuove figure professionali nel campo digitale. Parliamo per esempio del “digital curator”, che si occupa di gestire gli archivi personali e di fornire conoscenze su come “curare” al meglio il proprio archivio. Altra figura che sta prendendo piede è l'”archeologo digitale”, ossia colui che è in grado di ritrovare dati nascosti all’interno di cartelle e di dischi rigidi dimenticati, o di recuperare e studiare pagine web e artefatti grafici della prima cultura di internet. Perciò a livello accademico ci si sta orientando verso l’apertura di nuovi corsi di laurea per formare questi professionisti del mondo digitale, che dovranno avere competenze scientifiche, storiche ed economiche.
Memoria di Massa si avvale del sostegno della Fondazione CRUP, della Fondazione Antonveneta e della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, è inoltre realizzato con la collaborazione e il sostegno della Cineteca del Friuli,capofila del progetto, della Radio RAI, l’IPAC – Istituto Regionale per il Patrimonio Culturale FVG – di Villa Manin di Passariano, Il Comune di San Daniele del Friuli attraverso la Biblioteca Guarneriana e con l’Associazione Italiana Biblioteche la Cooperativa Informazione Friulana e Lenghis dal Drac; è inoltre patrocinato dalla Regione FVG e dall’Università di Udine, corso di laurea DAMS di Gorizia.
Info: www.memoriadimassa.org