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PAROLE POVERE Il nuovo film di Francesca Archibugi, al Torino Film Festival giovedì 28 novembre.

Francesca ArchibugiPierluigi Cappello in una FOTO di Romano Martinis.

Parole povere, il nuovo film di Francesca Archibugi, sarà presentato ufficialmente giovedì 28 novembre al Torino Film Festival nella sezione E intanto in Italia (dedicata ai cineasti contemporanei). Nato dall’incontro con il poeta friulano Pierluigi Cappello, e fortemente voluto a Torino dal direttore Paolo Virzì, è il terzo titolo consecutivo targato Tucker Film ad approdare sotto i riflettori di un festival, dopo Zoran, il mio nipote scemo di Matteo Oleotto (premiato a Venezia) e TIR di Alberto Fasulo (vincitore dell’ultimo Festival del Film di Roma).

Che cos’è, dunque, Parole Povere? Prima di essere un documentario, è la dolce collisione tra gli occhi di una regista e le parole, tutt’altro che povere, di un poeta. Lei, Francesca Archibugi, offre il suo sguardo, costruisce l’ascolto, lui, Pierluigi Cappello, offre la sua identità sorridente, restituisce la complessa naturalezza di chi è nato «al di qua di questi fogli». Vita e creazione letteraria: quali distanze alimentano il rapporto? E di quali vicinanze, invece, si nutre?

L’obiettivo cerca risposte facendo sempre un passo indietro, con affettuoso pudore, e documenta la verità, la realtà, senza mai ricorrere a sovrastrutture intellettuali. Il montaggio racconta, non estetizza. La musica di Battista Lena (ripresa dal vivo sul palco del Mittelfest) diventa scansione narrativa, non arreda i silenzi, e la piccola storia di Pierluigi, che è necessariamente anche la grande storia di una terra e di un popolo, scorre sullo schermo così come scorre nella quotidianità. Le radici friulane e le testimonianze divertite degli amici. I luoghi e i ricordi. L’ombra scura del 1976 e il profilo verde delle montagne. La sedia a rotelle che spezza la libertà di un sedicenne e disegna, millimetro dopo millimetro, la libertà di un uomo. Di un poeta. Di un guerriero mite e gentile che abita «tra l’ultima parola detta e la prima nuova da dire».

Francesca Archibugi, che ha legato il suo nome a piccoli grandi film come Mignon è partita o Questioni di cuore, racconta così l’incontro con Cappello:  «Mi serve avere un libro di poesia contemporanea sul comodino, perché è il più forte antitodo contro l’ansia e la noia. Mi sono avvicinata a Pierluigi quando è diventato, appunto, il mio compagno di comodino. Non ci conoscevamo, eppure eravamo già intimi…».

Friulano, classe 1967, Pierluigi Cappello è considerato uno dei maggiori poeti italiani. Ha ottenuto tutti i riconoscimenti più importanti, come i Premi Montale Europa (2004), Bagutta Opera Prima (2007) e Viareggio-Rèpaci (2010). Nel 2012 ha ricevuto il Premio Vittorio De Sica sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e, nel 2013, è stato insignito del Premio dell’Accademia dei Lincei. Rizzoli ha recentemente pubblicato Azzurro elementare, raccolta completa delle sue poesie, e lo splendido fuori pista narrativo Questa libertà.

Parole povere porta, come detto, il marchio distributivo della Tucker Film, che firma anche la produzione assieme ad Agherose e in collaborazione con il Centro Espressioni Cinematografiche di Udine, la Banca Popolare FriulAdria e il Mittelfest di Cividale del Friuli.

Parole povere sarà presentato giovedì 28 novembre, alle 17.30, nella Sala 3 del Cinema Massimo. Francesca Archibugi incontrerà la stampa e il pubblico al termine della proiezione.

E.L.

About Enrico Liotti

Giornalista Pubblicista dal 1978, pensionato di banca, impegnato nel sociale e nel giornalismo, collabora con riviste Piemontesi e Liguri da decenni.

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