Si chiama Pessah, ed è la Pasqua ebraica. Una festività che celebra l’uscita dall’Egitto e l’esodo verso la Terra Promessa, e dura sette giorni in Israele e otto al di fuori dei confini di quello Stato. I primi due e gli ultimi due giorni sono feste solenni. Pessah significa il passaggio dalla schiavitù alla libertà, e la sua celebrazione cade tra il 15 e il 22 di Nissan, che quest’anno coincide fra il 31 marzo e il 7 aprile. Tale celebrazione avviene con largo consumo di vino, perché durante le prime due cene tutte le famiglie si riuniscono per un appuntamento conviviale dove un narratore racconta l’uscita dall’Egitto. Durante tale narrazione si è obbligati a bere quattro bicchieri di vino.
Giorgio Colutta a Manzano ha voluto cimentarsi in questa avventura coadiuvato dalla società Bluma di Bergamo, specializzata nella vendita di vini kosher, mettendo a disposizione della cantina Colutta tutto il suo know how, e la decisione è stata di produrre un vino che è il vanto della viticultura friulana, ossia il Pinot Grigio doc Friuli. Come primo passo, sono stati fatti gli accordi con l’ente preposto per far certificare il vino con tutte le fasi richieste dal disciplinare Kosher. Lo staff Colutta si è attenuto alle rigide prescrizioni richieste. Un incaricato dell’ente certificatore, proveniente da Trieste, ha supervisionato l’intero processo. Per ottenere la certificazione più rigida e di qualità più alta si è proceduto al riempimento delle vasche di acqua per tre giorni, mentre la pigiatura e tutte le procedure sono state realizzate dagli addetti dell’ente certificatore. Alla fine di ogni giornata lavorativa, le vasche venivano sigillate e poi riaperte al momento delle altre lavorazioni. A prodotto pronto si è proceduto all’imbottigliamento, sempre con un addetto presente, e la quantità finale è stata di 3.300 bottiglie.
«È stata un’esperienza particolare e insolita, ma anche molto stimolante – racconta Giorgio Colutta, titolare dell’azienda agricola -. Produrre vino Kosher non è cosa di tutti i giorni, ma è un esperimento che puntiamo a ripetere, magari utilizzando anche altre tipologie di uva tipica dei Colli Orientali come la Ribolla Gialla e il Refosco».
Il risultato di questo primo tentativo è straordinario. Il vino nato da questa esperienza è di un colore giallo carico, con riflessi ramati. Ha un profumo fresco, che richiama frutti tropicali, ananas e banana. Al gusto, è un vino secco, gentile, pieno e con un sentore di artemisia. Si sposa molto bene con gli antipasti, in particolare con il prosciutto, ma anche con minestre leggere, pesce e carni bianche. Non da ultimo, è ottimo anche come aperitivo. Va servito a 8-10°.