Il premier Letta lo disse fin da subito che l’Europa avrebbe dovuto dare un forte contributo al sostegno dell’occupazione, specialmente quella giovanile. I frutti che stiamo vedendo non sono ancora maturi, serve ancora tempo affinché l’Unione europea faccia ciò che ci si aspetta. Il “Piano Giovannini”, presentato in Consiglio dei ministri, prevede sei misure comprendenti sgravi per i contributi sulle assunzioni di giovani tra i 18 e 29 anni disoccupati da almeno sei mesi o con una persona a carico o privi del diploma di scuola superiore; la riduzione delle pause tra contratti da 60 a 10 e da 90 a 20 giorni (rispetto alla riforma Fornero); l’attivazione di 80 mila stage per i giovani disoccupati del Sud, 10 mila per gli studenti universitari. Si parla di cifre sul miliardo di euro dai fondi europei ma bisogna attendere risposte più chiare dall’Europa a dallo stesso governo, impegnato con il problema dell’aumento dell’Iva e con il rincaro degli acconti Irpef, Ires e Irap. Letta sembra determinato nelle proposte da fare a Bruxelles, non resta che attendere e rimboccarsi le maniche.
About Federico Gangi
Pubblicista iscritto all'albo Fvg dall'aprile 2013. Diplomato al liceo classico “J. Stellini”, laureato in Legge alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Trieste. Ideatore della Fedarmax e di Brainery Academy, co-fondatore e promotore del giornale on-line Il Discorso, di cui è direttore editoriale.