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PICCOLO FESTIVAL DELL’ANIMAZIONE APRE CONE “WAITING FOR THE SYBIL” DIWILLIAM KENTRIDGE

PICCOLO FESTIVAL DELL’ANIMAZIONE APRE CONE “WAITING FOR THE SYBIL” DIWILLIAM KENTRIDGE

Ad aprire il Piccolo Festival dell’Animazione il 27 dicembre sarà un artista di fama internazionale, William Kentridge, che con le sue opere dà voce tanto alla sua storia personale quanto a quella politica e sociale. Introdotto dalla direttrice del Festival, Paola Bristot, e da una video presentazione di Žana Marović che ne ha curato il montaggio, il cortometraggio è un grande dono da parte dell’artista in attesa di essere ospite con una sua rassegna monografica in Friuli Venezia Giulia il prossimo anno. Chiara Valenti Omero, presidente dell’Associazione Festival Italiani di Cinema, introdurrà questa edizione speciale.

L’artista di  Johannesburg, conosciuto per i suoi disegni, incisioni e soprattutto per i film di animazione creati attraverso una tecnica di cancellazione e ridisegno di tratti a carboncino, ha acconsentito, per la prima volta in assoluto, di partecipare a una edizione online di un Festival di cinema d’animazione con il suo ultimo lavoro “Waiting For The Sibyl”, realizzato nel 2020 durante il lockdown. Il film è collegato allo spettacolo commissionatogli dal Teatro dell’Opera di Roma, dove lo ha presentato in anteprima mondiale a settembre del 2019.

Ispirato dal movimento e dalla rotazione delle opere di Calder, Kentridge rievoca la figura della Sibilla, la sacerdotessa citata anche da Dante che, interrogata, trascriveva gli oracoli su foglie di quercia. I vaticini, disperdendosi e ruotando al vento dell’antro di Cuma, confondevano i destini, diventando simbolo d’incertezza e del tempo incontrollabile che fluisce, muta e ritorna.

«È una riflessione profetica – spiega Paola Bristot la direttrice artistica del Piccolo Festival dell’animazione – di una situazione sospesa, con molte domande senza risposta, come quella che ci attanaglia nel presente. La Sibilla scriveva i suoi vaticini nelle foglie di quercia che accumulava nel suo antro dove attendeva i questuanti. Il sistema casuale su cui cadeva la scelta delle foglie è parallelo a quello algoritmico odierno. Siamo in balia di coincidenze e la scienza sta mostrando la sua limitatezza di fronte a eventi che ci sovrastano e colpiscono senza misura la popolazione mondiale.

Le pagine scorrono e richiamano la cecità e l’annullamento delle parole e la danza e la geometria, alcune frasi ci ancorano a terra e ci fanno riflettere su quello che potrebbe essere la strada per un cammino futuro. Le parole della sibilla si posano lievi come le foglie e le afferriamo cercando di memorizzarle e speriamo di ricordarle per segnare i passi sulla strada che ci porti lontano da qui. Tra le molte immagini che si susseguono seguendo una musica ritmata e atavica compaiono i volti delle Sibille di Michelangelo della Cappella Sistina, immagini senza tempo che sfogliando il libro dei responsi dall’alto ci sovrastano»

Artista multidisciplinare per eccellenza, Kentridge ha sperimentato nel corso degli anni numerose tecniche e mezzi, per ambiti diversi come ad esempio quello teatrale dove le sue scene offrono l’immagine della trasformazione: il palcoscenico diventa una grande macchina fotografica entro cui agiscono voci e movimenti tra memoria e spazi onirici. La luce è la “tela” su cui l’artista disegna, è la percezione, è il pensiero: bianco e nero, lampi e buio fanno del teatro una scatola magica entro cui scrosciano vivaci elementi visivi che, uniti ai colori del suono, definiscono la traiettoria di un viaggio collettivo di passaggio. Ma ha realizzato anche sculture in bronzo, video-installazioni, proiezioni su facciate di edifici e disegni eseguiti con il gesso o con il fuoco. I modelli della sua formazione sono artisti che hanno fatto i conti con l’impegno  attivo di denuncia sociale: Goya, Kollwitz, Grosz. Capace di raccontare i risvolti più duri e quotidiani della realtà sudafricana con un linguaggio che nulla concede alla retorica,  Kentridge ha preso parte alla X Documenta a Kassel (nel 1997 e 2002) e alla Biennale di Venezia (nel 1993, 1999 e 2005). Mostre personali gli sono state dedicate in numerose ed importanti istituzioni museali internazionali come il Palais des Beaux Arts di Bruxelles, il Museum of Modern Art di New York, l’Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington e il Museum of Contemporary Art di Chicago. La prima antologica dedicatagli da un museo italiano, il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, nel 2004, è poi divenuta una mostra itinerante che ha toccato i musei di Düsseldorf, Sydney, Montréal e Johannesburg, la città dove tuttora l’artista vive e lavora. Per quanto riguarda la sua attività legata al cinema d’animazione, ha iniziato dal 1989 a riprodurre film con la tecnica della stop motion, tra cui “Monument” (1990), “Felix in Exile” (1994), “Stereoscope” (1999), “Tide Table (2003) “Other Faces” (2011) “Notes toward a Model Opera (2015).

Il PFA si svolge con il contributo del MIBACT, della Regione Friuli Venezia Giulia e sarà online sul Canale Vimeo del PFA dal 27 al 30 dicembre.


 

LINK CON IL PROGRAMMA DEL FESTIVAL  – www.piccolofestivalanimazione.it

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