Pinocchio c’è e sempre ci sarà. Finché negli uomini durerà il desiderio di sognare. E Pinocchio c’è e sempre ci sarà nell’immaginario di Antonio Petti, artista di impegno militante, napoletano che vive a Salerno, che da quarant’anni ha fatto del burattino di Collodi la sua firma e il simbolo di libertà e resistenza “contro la malabolgia sociale – per dirla con il suo amico Luigi Compagnone – che ci danza tutt’intorno il suo legnoso balletto di menzogne”. Pinocchio-Petti urla, con innocente ribellione, “la fantasia al potere”, perché solo la fantasia può sconfiggere le tenebre di questa nostra società in frantumi, di questa nostra umanità con un piede già nel baratro. Una visione condivisa da un altro amico fraterno, da un altro artista sensibile, Enrico Salzano, che ha documentato e racchiuso in un elegante libro d’autore (Edizioni Arci Postiglione) il lavoro visionario e compulsivo dei pinocchi pettiani moltiplicati su carta, su tela, su ceramica, su “quadri” teatrali, nel bronzo di sculture in posa beffarda, “mai sconfitto, mai manovrato, mai messo fuori gioco – scrive Erminia Pellecchia nell’introduzione di questo diario di immagini e parole in bianco e nero – la forza dell’ironia racchiusa in quel naso lungo che, come un vessillo, trionfa in un “I bugiardi siete voi”.
Il libro sarà presentato a Salerno il 9 dicembre, ore 19,30, nella chiesa di Sant’Apollonia (via San Benedetto). Ne parleranno con gli autori, stimolati da Paolo Romano, Alfonso Amendola, Pasquale De Cristofaro ed Elena Paruolo.
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