Meno di una settimana. Per cancellare una legge elettorale che blocca il Parlamento, separa i cittadini dai propri rappresentanti e annulla la politica di rappresentanza. Occorre non sprecare questa ultima occasione per riprendere dal basso la qualità della democrazia italiana e sperare di migliorare il nostro avvenire. Come per tutti i referendum primario è raggiungere le cinquecentomila firme, ma superarle abbondantemente sarebbe già un ottimo segnale per mostrare l’indignazione del popolo sovrano. Popolo sovrano che è stufo di esser preso in giro da oltre un quindicennio. Occorre arrivare con almeno un quarto di firme in più alla prima scadenza del 30 settembre, data ultima per consegnare le firme alla Corte di Cassazione per evitare contestazioni sulla validità della richiesta.
Il primo quesito, individuato dal colore blu, propone l’abrogazione integrale di tutte le disposizioni di modifica della disciplina elettorale per la Camera e per il Senato introdotte dalla legge n. 270 del 2005.
Il secondo quesito, individuato dal coloro rosso, è di tipo “parziale”, perché abroga non l’intera “legge Calderoli” ma le singole disposizioni della stessa e, precisamente, le disposizioni che sostituiscono le due leggi approvate il 4 agosto 1993, rispettivamente n. 277 (“Nuove norme per l’elezione della Camera dei deputati”) e n. 276 (Norme per l’elezione del
Senato della Repubblica).
Com’è noto, queste due leggi, introducevano, al posto della disciplina precedente (di tipo proporzionale), un sistema misto, in base al quale i seggi di Camera e Senato erano assegnati per il 75% mediante l’elezione di candidati in altrettanti collegi uninominali, e per il restante
25% con metodo proporzionale. Firmare per ridare al cittadino il diritto di scegliere i propri rappresentanti attraverso i collegi uninominali. Firmare per rafforzare e migliorare il sistema bipolare italiano e assicurare l’alternanza politica.
Il metodo principale è il solito: passaparola, porta a porta, informazione costante, perchè al solito la televisione pubblica che dovrebbe essere uno strumento d’informaione al servizio di tutti, tace come una qualsiasi televisione di regime o governativa.Poi la rete, ancora una volta strumento utilissimo per ampliare la partecipazione politica con video, appelli, documenti e cartine geografiche in costante aggiornamento per segnalare la presenza dei punti di raccolta delle adesioni. Un modello sperimentato già con i referendum dello scorso giugno, e che promette di rivelare nuovamente la propria efficacia. FORZA NON FERMIAMOCI: ANDIAMO A FIRMARE!
Enrico Liotti © Riproduzione riservata