Accoglienza ai minori stranieri: un dovere per una democrazia
Scrivo in relazione all’articolo di oggi 11 novembre 2016 che annuncia che il Comune di Trieste,nella persona di Carlo Grilli, assessore al welfare, ha deciso di non prendersi più carico, in termini economici, dei minori non accompagnati, ovverossia dei minorenni stranieri che arrivano nella nostra città partendo da situazioni di guerra e di disperazione, dovendo abbandonare tutto, anche l’affetto dei genitori e di una famiglia.
L’assessore giustifica questa scelta come motivata da ragioni economiche, in un balletto di cifre che passa dai trasferimenti statali ai trasferimenti regionali, mettendo infine in discussione i costi del mantenimento di questi bambini e ragazzi.
Non sono in grado di dire nulla in merito alla congruità o meno delle cifre.
In qualità di reppresentante locale dell’UNICEF, l’organo sussidiario delle Nazioni Unite fondato nel 1946 per aiutare i bambini vitime della seconda guerra mondiale, so però che secondo dati UNICEF ed UNHCR, a settembre 2016 erano già arrivati in Italia 20.800 minori, 9 su 10 dei quali non accompagnati. I minori, a dispetto di quanto spesso si afferma sono inoltre il 16% di tutte le persone arrivate in Italia, sempre nel 2016.
Questo significa che le guerre nei territori mediorientali e del continente africano stanno letteralmente falcidiando intere famiglie. Questi bambini che arrivano sulle nostre coste, o attraverso la rotta balcanica, non sono “astuti birbanti” pronti a una buona occasione per delinquere come troppo spesso presentati da alcune forze politiche, ahimè, anche locali. Sono vittime delle guerre, delle violenze, vittime che sono fuggite ad orrori che possiamo appena immaginare, o che forse abbiamo dimenticato in questi settant’anni di pace. Nostro dovere è accoglierli, proprio in
merito di quei valori espressi nel bellissimo articolo 2 della nostra Costituzione: il dovere di garantire i diritti inviolabili dell’uomo e il dovere inderogabile della solidarietà. Tali valori sono ulteriormente rinforzati dalla Convenzione Internazionale sui diritti del Fanciullo del 1989, adottatata da quasi tutti i paesi del mondo, tra cui l’Italia.
I bambini sono i soggetti più deboli in questo momento storico: sfruttati e costretti a lavorare in alcuni paesi (anche per favorire le manifatture occidentali) e prime vittime di guerre non certo fatte né volute da loro.
Eppure i bambini sono contemporaneamente il nostro futuro, senza i quali nessuno di noi ha alcun orizzonte di speranza. Fino ad adesso l’accoglienza dei minori non accompagnati in Italia e in particolare nella nostra città è stata ottima e ha dato notevoli frutti, favorendo l’integrazione,l’istruzione e la condivisione dei valori democratici di cui andiamo fieri. Non credo sia infatti un caso che l’Italia non abbia fino ad ora subito nessun attentato sul suo territorio ad opera di estremisti di matrice islamica: è sicuramente merito dei nostri servizi di sicurezza, ma probabilmente anche merito dell’approccio interculturale e accogliente con cui abbiamo affrontato il tema delle
migrazioni.
L’UNICEF in questo sta facendo la sua parte: lo scorso 27 maggio l’UNICEF e il Governo italiano hanno ufficialmente finalizzato un accordo di collaborazione per l’estensione del supporto tecnico e operativo dell’UNICEF all’Italia, diretto a migliorare cure e protezione dei bambini e degli adolescenti migranti e rifugiati presenti in Italia, con la realizzazione di alcune attività con il supporto diretto (anche economico) dell’UNICEF.L’accordo per ora è legato ad alcune specifiche regioni italiane, ma potrebbe estendersi anche ad altre regioni.
Lancio quindi un appello alle forze politiche di Trieste e della Regione: Non facciamo sì che per “meschine” problematiche di ordine economico la grande tradizione di accoglienza della nostra città mitteleuropea venga meno.
I bambini e i ragazzi sono assolutamente incolpevoli, anche di tutte le speculazioni politiche che avvengono sopra le loro teste, ma se il nostro futuro sarà di pace sarà solo per merito di coloro che oggi sono i bambini.(Roberto Benes – Presidente del Comitato per l’UNICEF della Provincia di Trieste)
Andrea Forliano