Premio Galileo per la divulgazione scientifica:
vince Pier Paolo Di Fiore con “Il prezzo dell’immortalità” (Il Saggiatore)
Il verdetto della giuria popolare premia Di Fiore con 42 voti. A seguire, in ordine, i libri di Barbara Mazzolai con 37 voti, Chiara Valerio con 29 voti, Antonio Casilli con 25 voti, Alberto Piazza con 12 voti
Padova, 17 Ottobre 2021 – Oggi alle 11, nella prestigiosa cornice del Teatro Verdi di Padova, si è tenuta la Cerimonia di assegnazione del Premio Galileo 2021, il premio letterario per la divulgazione scientifica, che ha visto passare al vaglio la cinquina di libri finalisti e dei rispettivi autori: Antonio Casilli con Schiavi del clic (Feltrinelli, 2020), Pier Paolo Di Fiore con Il prezzo dell’immortalità (Il Saggiatore, 2020), Barbara Mazzolai con La natura geniale (Longanesi, 2019), Alberto Piazza con Genetica e destino (Codice Edizioni, 2020), e Chiara Valerio con La matematica è politica (Einaudi, 2020).
Il Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica è stato assegnato a Pier Paolo Di Fiore, che ha ottenuto 42 voti dalla giuria popolare, composta da studenti universitari provenienti da tutta Italia e dagli studenti di 10 classi delle scuole secondarie di secondo grado. A seguire nelle preferenze dei giovani sono arrivati i libri di Barbara Mazzolai, con 37 voti, Chiara Valerio, con 29 voti, Antonio Casilli, con 25 voti, e Alberto Piazza, con 12 voti.
Nel corso della cerimonia, condotta da Alessandra Viero, giornalista e conduttrice televisiva, è intervenuta la presidente della Giuria Scientifica, Maria Chiara Carrozza, presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, direttore scientifico Fondazione Don Gnocchi e docente in Bioingegneria Industriale Scuola Superiore Sant’Anna.
Grande soddisfazione per l’andamento di questa edizione del Premio Galileo è stata espressa Andrea Colasio, assessore alla Cultura del Comune di Padova, che ha sottolineato come «da quest’anno il Premio Galileo diventa la punta di diamante di un vasto programma di appuntamenti che coinvolge l’intera città, le sue istituzioni e i suoi enti scientifici e culturali: la Settimana della scienza e innovazione, che con decine di iniziative intende contribuire al dibattito sul futuro della ricerca e delle imprese. Il premio si è segnalato ancora una volta per l’alta qualità dei libri proposti e l’autorevolezza della giuria, che ringrazio per il suo importante lavoro. Grazie anche ai molti studenti che come in ogni edizione hanno portato con entusiasmo il loro apporto».
Il vincitore: Pier Paolo Di Fiore con “Il prezzo dell’immortalità” (Il Saggiatore)
Pier Paolo Di Fiore. Fondatore di IFOM Milano, docente di Patologia generale presso l’Università degli Studi di Milano e direttore del «Programma di Novel Diagnostics» dell’Istituto Europeo di Oncologia. Dal 1984 al 1995 ha lavorato negli Stati Uniti presso il National Cancer Institute. È membro della European Molecular Biology Organizatione e dell’Accademia Nazionale dei Lincei.
Il prezzo dell’immortalità (Il Saggiatore, 2020). Tutto comincia da una singola cellula. Una sola, tra migliaia di miliardi. Una cellula che si divide in due cellule uguali, e poi lo fa ancora, e ancora, e ancora, dieci, cento, mille, un milione di volte; una proliferazione che procede impetuosa e senza freni, seguendo la spinta all’immortalità iscritta nei geni. Una corsa paradossale, che porta la cellula a moltiplicarsi fino al punto di pagarne essa stessa il prezzo, uccidendo il corpo ospitante e scomparendo quindi assieme a lui.
Questa storia descrive la nascita e l’evoluzione di un tumore; conoscerla e comprenderla in ogni suo aspetto è l’unico modo che abbiamo per vincere la battaglia contro il cancro. Pier Paolo Di Fiore, oncologo di fama internazionale, ci guida alla scoperta di questo nemico invisibile, mostrandoci che cosa di lui abbiamo capito, in che modo lo abbiamo fatto e come stiamo riuscendo – lentamente – a sconfiggerlo. Dalle mutazioni cellulari agli oncogeni, dalle metastasi alle targeted drugs, dai fattori di origine delle neoplasie alle tecniche di prevenzione, dalle statistiche alle rivoluzionarie rivelazioni della scienza, quello di Di Fiore è un percorso attorno e attraverso il mondo del cancro, con l’intento di smontare ogni falso mito e illuminare ogni zona oscura. Di Fiore indaga, oltre agli sviluppi più recenti della ricerca, anche la storia sociale della malattia: una storia fatta di studiosi e dottori, di pazienti e delle loro famiglie, di dolorose sconfitte e insperati successi, di grandi intuizioni e madornali errori.
I finalisti del Premio Galileo 2021
Antonio Casilli. Professore ordinario di sociologia alla Télécom Paris, Institut Polytechnique de Paris
Schiavi del clic (Feltrinelli, 2020). Le profezie sulla “fine del lavoro” risalgono all’alba della civiltà industriale. Anche oggi c’è un’opinione diffusa sulla rivoluzione tecnologica, ed è che l’intelligenza artificiale sostituirà gli uomini, cancellando il lavoro come lo conosciamo. Un’idea del tutto infondata. Le nostre inquietudini sono un sintomo della vera trasformazione in atto: non una scomparsa del lavoro, ma la sua digitalizzazione.
Con un’inchiesta sul nuovo capitalismo delle piattaforme, Antonio Casilli getta luce sulla manodopera dell’economia contemporanea: centinaia di migliaia di schiavi del clic vengono reclutati in Asia, in Africa e in America Latina per leggere e filtrare commenti, classificare le informazioni e aiutare gli algoritmi ad apprendere. È una rivoluzione che ci riguarda da vicino, molto più di quanto vorremmo vedere, perché trasfigura il lavoro in un gesto semplice, frammentario e pagato sempre meno o perfino nulla, quando a compierlo sono addirittura i consumatori.
Casilli esplora le strategie e le regole del nuovo taylorismo, nel quale Amazon, Facebook, Uber e Google sono gli attori principali grazie alla capacità di sfruttare i propri utenti inducendo gesti produttivi non remunerati.
L’intelligenza artificiale è fatta da milioni di persone senza diritti. Lavoratori invisibili e consumatori inconsapevoli. Siamo tutti schiavi del clic.
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Barbara Mazzolai. Associated director IIT-Istituto Italiana di Tecnologia. Biologa con un Dottorato di ricerca in Ingegneria dei Microsistemi e un Master Internazionale in Eco-Management alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, dirige il Centro di Micro-Biorobotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Pontedera. Nel 2015 Robohub, la maggiore comunità scientifica internazionale degli esperti di robotica, l’ha inclusa tra le 25 donne più geniali del settore. Ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti quali il Premio Marisa Bellisario e la Medaglia del Senato della Repubblica Italiana.
La natura geniale (Longanesi, 2019). Cosa hanno da insegnarci organismi apparentemente tanto diversi da noi come una quercia, una pianta rampicante o un polpo? Quali dei loro segreti potrebbero aiutarci a costruire un futuro migliore e meno fosco di quello che oggi iniziamo a intravedere? La tecnologia sarà mai in grado di riprodurre la potenza nascosta e pulita del mondo vegetale? La risposta a tutte queste domande è racchiusa nel lavoro pionieristico della donna che ha inventato il primo robot della storia ispirato al mondo delle piante.
Perfettamente adattate al loro habitat, le piante rappresentano un’alternativa evolutiva quasi speculare a quella del mondo animale: mentre uomini e animali si sono evoluti privilegiando caratteristiche legate al movimento e alla velocità, il mondo vegetale ha fatto della lentezza l’origine della propria resilienza. Se fino a ieri non avevamo dubbi su quale tra le due fosse la strategia di maggior successo, oggi qualche dubbio c’è, sollevato dalla crisi ecologica globale che abbiamo scatenato.
Dal suo eccezionale osservatorio di protagonista della rivoluzione tecnologica in atto Barbara Mazzolai ci conduce, con rigore scientifico e facilità divulgativa, in un’appassionante esplorazione della Natura, tra bizzarri animali, piante dalle capacità misteriose, enigmi naturali che ancora oggi arrovellano gli scienziati. Il suo libro offre spunti e riflessioni illuminanti per capire meglio il presente, e un valido aiuto per iniziare a immaginare il futuro del nostro bel «pianeta azzurro».
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Alberto Piazza. Professore emerito di Genetica umana Università di Torino, è stato anche visiting professor presso il dipartimento di genetica della Medical School di Stanford, in California. Nel 2009 ha fondato, e poi presieduto fino al 2017, l’ente di ricerca Human Genetics Foundation (HuGeF-Torino). Tra il 2015 e il 2018 è stato presidente dell’Accademia delle Scienze di Torino
Genetica e destino (Codice Edizioni, 2020). Le sempre maggiori conoscenze che stiamo accumulando sulla genetica e sull’evoluzione umana hanno una forte influenza sulla percezione che avvertiamo di noi stessi. Un’influenza tale da richiamare un concetto potente come il destino, spesso associato a un’idea di predeterminazione scritta nei nostri geni. La realtà è però ben più complessa. In questa raccolta di saggi, il genetista Alberto Piazza prende spunto proprio dal significato di destino per tracciare un viaggio di esplorazione della natura biologica, culturale e morale dell’essere umano, dove scienza, letteratura e filosofia si incontrano e dialogano. Muovendosi con disinvoltura tra Primo Levi e Mozart, tra Charles Darwin e Achille Campanile, Piazza ci conduce in un’appassionata riflessione sull’identità, la memoria, la morale e l’etica.
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Chiara Valerio. Scrittrice, editor, conduttrice radiofonica.
La matematica è politica (Einaudi, 2020). La matematica rivista come prassi politica, e non solo come teoria, è un formidabile esercizio di democrazia: come la democrazia si fonda su un sistema di regole, crea comunità e lavora sulle relazioni. Come la democrazia, la matematica amplia ma non nega. Studiando matematica si capiscono molte cose sulla verità. Per esempio, che le verità sono partecipate e pertanto i principî di autorità non esistono; che le verità sono tutte assolute ma tutte transitorie perché dipendono dall’insieme di definizione e dalle condizioni al contorno. Svolgere un problema matematico è un esercizio di democrazia perché chi non accetta l’errore e non si esercita nell’intenzione di capire il mondo non riesce né a cambiarlo né a governarlo. Chiara Valerio tesse in un pamphlet polemico un parallelo tra matematica e democrazia, due aree che non subiscono la dittatura dell’urgenza.
La giuria
La Giuria scientifica, che ha selezionato la cinquina di libri finalisti è presieduta quest’anno da Maria Chiara Carrozza, presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche e direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi. A lei si affiancano cinque autorevoli giornalisti specialisti della divulgazione scientifica – Gabriele Beccaria, firma de La Stampa e responsabile degli inserti Tuttoscienze e Tuttosalute; Giovanni Caprara, saggista ed editorialista scientifico del Corriere della Sera; Massimo Cerofolini, conduttore EtaBeta su Radio Rai 1; Luciano Onder, giornalista e conduttore TG5 Salute, e Rossella Panarese, autrice e conduttrice di Radio3Scienza, scomparsa lo scorso 1 marzo – e cinque docenti in rappresentanza di alcuni dei maggiori Atenei italiani: Anna Cereseto, direttore Laboratorio di Virologia all’Università di Trento, Annamaria Colao, docente all’Università Federico II di Napoli, Carmen Giordano, docente al Politecnico di Milano, Roberto Ragazzoni, docente all’Università di Padova e direttore dell’Osservatorio Astronomico di Padova, e Sahra Talamo, direttrice Laboratorio di Radiocarbonio dell’Università di Bologna.
La giuria popolare che ha decretato il vincitore della tredicesima edizione del Premio è composta da 200 studenti universitari provenienti da tutta Italia e dagli studenti di 10 classi delle scuole secondarie di secondo grado.
Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica
Agli inizi del Seicento, quando insegnava all’Università di Padova, Galileo Galilei puntò per la prima volta un cannocchiale verso il cielo. Questo gesto provocò una rivoluzione nell’astronomia e diede avvio alla scienza moderna. Da quel primato cittadino nelle scienze è nato il Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica, rivolto soprattutto ai giovani, che ne sono i veri protagonisti. Il Premio, promosso dal Comune di Padova-Assessorato alla Cultura, seleziona da quattordici anni i migliori libri di divulgazione scientifica pubblicati in Italia nel biennio precedente. Nelle scorse edizioni si sono succeduti come presidenti della Giuria Umberto Veronesi, Carlo Rubbia, Margherita Hack, Paolo Rossi, Mario Tozzi, Piergiorgio Odifreddi, Paco Lanciano, Nicoletta Maraschio, Vittorino Andreoli, Paolo Crepet, Dario Bressanini, Sandra Savaglio, Elena Cattaneo.
I vincitori delle precedenti edizioni
Qui di seguito i vincitori delle precedenti edizioni del Premio:
- 2007 / Francesco e Luigi Luca Cavalli Sforza, Perché la Scienza?
- 2008 / Andrea Frova, Se l’uomo avesse le ali
- 2009 / Nicola Armaroli e Vincenzo Balzani, Energia per l’astronave terra
- 2010 / Rino Ruppoli e Lisa Vozza, I vaccini dell’era globale
- 2011 / Piergiogio Odifreddi, C’è spazio per tutti. Il grande racconto della geometria
- 2012 / Alex Bellos, Il meraviglioso mondo dei numeri
- 2013 / Sergio Pistoi, Il DNA incontra Facebook. Viaggio nel supermarket della genetica
- 2014 / Frans de Waal, Il bonobo e l’ateo. In cerca di umanità fra i primati
- 2015 / Carlo Rovelli, La realtà non è come ci appare. La struttura elementare delle cose
- 2016 / Paolo Gallina, L’anima delle macchine. Tecnodestino, dipendenza tecnologica e uomo virtuale
- 2017 / Guido Tonelli, La nascita imperfetta delle cose
- 2018 / Stefano Mancuso, Plant revolution. Le piante hanno già inventato il nostro futuro
- 2019 / Cristina Cattaneo, Naufraghi senza volto. Dare un nome alle vittime del Mediterraneo
- 2020 / Giulio Cossu, La trama della vita. La scienza della longevità e la cura dell’incurabile tra ricerca e false promesse
Credits
Il Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica è promosso dal Comune di Padova-Assessorato alla Cultura