Si può lottare per la giustizia sociale e climatica, per il rispetto delle donne e in favore della solidarietà usando come arma, semplicemente, la gentilezza? È la sfida che Dacia Maraini lancia nel suo nuovo libro, “Una rivoluzione gentile. Riflessioni su un Paese che cambia”, in uscita per Rizzoli martedì 15 giugno. Uno “scrigno” di idee, analisi e riflessioni che la scrittrice negli ultimi sette anni ha affidato alla stampa nazionale, e che saranno anche al centro dell’incontro programmato – venerdì 25 giugno, alle 21 al CinemaCity – in occasione del Premio Hemingway 2021, conferito a Dacia Maraini nella sezione Letteratura “per i suoi romanzi capaci di avvolgere i fili di storie affascinanti e tempestose, con una immaginazione che spesso si fa più viva della realtà e diventa estensione armonica delle voci di donne inquiete e coraggiose. Personaggi che con il loro amore possono illuminare le nostre vite, nella concreta ricerca di una emancipazione dello sguardo, per un incontro con l’altro che possa finalmente cambiare le regole del gioco”. Al Premio Hemingway Dacia Maraini dialogherà con il Direttore artistico di pordenonelegge Gian Mario Villalta intorno al tema “Amata scrittura”.
Solo una rivoluzione gentile può indicarci la strada per un futuro vitale di cui andare orgogliosi: questo il filo rosso del nuovo libro della scrittrice che, accompagnandoci nel suo universo intellettuale e civile, cerca di renderci partecipi del suo sguardo sul mondo, e della ricerca di un antidoto all’odio, in quest’epoca di incertezza e di paura. La lotta contro la violenza e i femminicidi, i rapporti delle donne con la Storia e il patriarcato, la maternità, la libertà di pensiero e le sue contraddizioni sono solo alcuni dei grandi temi del nostro tempo e delle questioni a lei più care. E ancora, l’ambiente come punto focale del nostro orizzonte, l’importanza della salvaguardia dell’acqua, delle piante, degli animali e le scelte in campo alimentare che fanno la differenza. Senza dimenticare la solidarietà tra le generazioni e tra classi sociali diverse, e il valore dei progetti universali.
Dacia Maraini riceverà il Premio hemingway sabato 26 giugno, alle 20 nell’Arena Alpe Adria di Lignano Sabbiadoro, nel corso del Gala condotto dal giornalista e scrittore Marino Sinibaldi. Con lei saranno premiati l’artista Franco Fontana per la Fotografia, lo scienziato Stefano Mancuso per l’Avventura del pensiero e il regista Carlo Verdone nella sezione Testimoni del nostro tempo.
Promosso dal Comune di Lignano Sabbiadoro, il Premio Hemingway è organizzato con il sostegno degli Assessorati alla Cultura e alle Attività Produttive e Turismo della Regione Friuli Venezia Giulia attraverso la consolidata collaborazione con la Fondazione Pordenonelegge. Prenotazioni sul sito web hemingway.it, tutti gli incontri con gli autori e l’evento Gala di Premiazione potranno essere seguiti anche online in diretta streaming sui canali social ufficiali di Premio Hemingway e di pordenonelegge, e sui rispettivi siti web www.premiohemingway.it e www.pordenonelegge.it.
Dacia Maraini, figlia dell’orientalista Fosco Maraini, ha trascorso l’infanzia in Giappone. Ritornata in Italia, dopo un periodo a Bagheria, in Sicilia, va a vivere a Roma. Fonda insieme ad altri la rivista letteraria «Tempo della letteratura», per poi scrivere su «Nuovi argomenti» e «Paragone». È autrice di romanzi, racconti, opere teatrali, poesie e saggi, editi da Rizzoli e tradotti in oltre venti Paesi. I temi caratteristici della sua opera poliedrica sono la frustrazione e l’alienazione della donna sia nella storia che nella società contemporanea, l’infanzia, il riscatto politico dei reietti e dei disadattati. Nel 1990 ha vinto il Premio Campiello con La lunga vita di Marianna Ucrìa e nel 1999 il Premio Strega con Buio. Il suo ultimo libro è Una rivoluzione gentile (2021). Le sue opere sono tradotte in venti lingue.