Due eventi di qualità animeranno il cuore di Monfalcone da giovedì 25 a domenica 28 aprile, nella splendida piazza della Repubblica, allestita a festa nel segno dei fiori (la rosa è il simbolo usato per promuovere entrambe le manifestazioni), della tradizione e della storia di queste terre. Si tratta di Monfalcone in Fiore e SaMarc de bocui, presentati oggi con una conferenza stampa dal Sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint. “Monfalcone torna a essere quella di una volta” – ha affermato il Sindaco Anna Maria Cisint – “riscoprendo la sua preziosa identità culturale attraverso la valorizzazione della storia della città e la bellezza della sua immagine in fiore. Monfalcone in Fiore e SaMarc de bocui sono due iniziative molto attrattive, che quest’anno il Comune propone nelle stesse giornate, sebbene siano rivolte anche a pubblici differenti, ma legate insieme dalla qualità, dal luogo che le ospita (piazza della Repubblica) e dalla rosa, presa a simbolo per la loro promozione”.
Il Comune di Monfalcone, insieme all’Associazione Nord Est Evolution, con la collaborazione della Camera di Commercio di Gorizia, di Ascom Monfalcone e Mandamento e del Consorzio Vivacentro Monfalcone, promuove la manifestazione “Monfalcone in Fiore”, giunta quest’anno alla sua IX edizione e arricchita da tante novità. Rispetto alla precedente edizione, Monfalcone in Fiore 2019, oltre alla bella esposizione tradizionale, a cura dei fiorai Karma e Fiori Aurelia e dei vivai Camolese e Sciannameo, propone alcuni spazi espositivi con delle novità assolute, dedicate ai fiori della Liguria (provenienti direttamente dal vivaio Fantino Enrico), alle piante grasse e succulente (Carnivorous plants FVG di Cividale), alle piante carnivore (vivaio Orlando di Cividale), a svariate piante di agrumi e ulivi, ai derivati delle piante e alle piante aromatiche (Giove officinali, dal Trentino)”.
Tra le altre novità, si segnalano la presenza da Magnano in Riviera del prof. Alfredo Carnesecchi con “01 Zafferano,” il più grande e prestigioso produttore di zafferano e derivati del Nord Est, e da Treviso l’azienda Feltrin con i suoi liquori, estratti, creme e grappe aromatizzate e da Udine la Julia Srl con i suoi derivati alimentari di cosmesi, oli e prodotti a base di canapa, con vendita di piante da appartamento certificate a norma di legge.
La rievocazione storica del rito antichissimo e misterioso della festa degli innamorati, SaMarc de bocui, è promossa dall’Associazione Gruppo Incontri Bisiachi e dal Comune di Monfalcone, nella stessa Piaza Granda (come si chiamava piazza della Repubblica).
“In occasione del SaMarc de bocui (San Marco dei Boccioli), la festa dei “morosi bisiachi” – ha affermato Aldo Buccarella, ricordando che è nata dall’usanza di donare una rosa rossa alla donna del cuore, durante la ricorrenza del 25 aprile, festa di San Marco – “viene proposto un ricco calendario di eventi culturali, storici ed enogastronomici in memoria di questo rito antichissimo, le cui origini sono ancora sconosciute. Per la prima volta, viene ricordato anche il Magnar da Doxe, l’unico giorno in cui tutta la città di Venezia mangiava insieme al Doge il piatto tradizionale dei Risi e Bisi”.
Un rito legato a due leggende
Come si legge in una ricerca curata da Aldo Buccarella, durante l’amministrazione della Serenissima, Monfalcone apprese il rito e l’assimilò alle proprie usanze, celebrandolo con uguali fasti di quelli veneziani, fino al passaggio della città al dominio dell’Austria, che abolì la festa perché considerata di spirito irredentista.
SaMarc de bocui è legato a due leggende: la prima narra che dal sangue del santo martirizzato fossero fioriti dei boccioli di rosa, mentre la seconda concerne una storia d’amore ispirata al “Romeo e Giulietta” shakespeariano. Il mito vuole che un roseto, donato al marinaio Basilio per aver trafugato e riportato a Venezia le spoglie del santo, delimitasse, alla morte dell’uomo, le case dei due figli eredi. Un giorno, in seguito a dei dissapori, le due famiglie si inimicarono e il roseto cessò di fiorire, fino al 25 aprile di parecchi anni dopo, quando i rispettivi figli s’innamorarono, ricongiungendo i due lembi spezzati del legame. Il roseto, per coronare l’unione, produsse tanti boccioli rossi, uno dei quali venne donato dal fidanzato all’amata.
Il programma di SaMarc de bocui
La rievocazione storica ha inizio giovedì 25 aprile, alle ore 10.30, con il ricordo delle contadine che venivano in città a offrire le rose rosse (Gloriet de le rose), e alle 12.00 con l’apertura dello stand enogastronomico in “Piaza Granda”. Alle 12.30 segue l’assaggio con le autorità del Magnar da Doxe, i “Risi e Bisi”, piatto della tradizione locale, che viene poi servito (dalle 13.00 alle 15.00) durante il Pranzo in Famea.
Venerdì 26 aprile, dalle 16.00 alle 18.00, sono organizzati dei Zughi de ‘na volt’, giochi dedicati ai bambini di ieri e di oggi (come al zercio, le figurine, al canpanon, i quatro cantoni, al ziro d’Italia cu i tapi) mentre dalle 17.00 è riproposto il Magnar da Doxe durante la Zena in Famea, con accompagnamento musicale. Dalle 20.00 alle 24.00 al Mini Max (su prenotazione) è proposto il Bal de la Rosa, la rievocazione del ballo che veniva organizzato la sera della vigilia della festa, con cena a lume di candela.
Sabato 27 aprile, oltre ai consueti appuntamenti con i giochi di una volta e i piatti della tradizione enogastronomica, al Teatro Comunale di Monfalcone va in scena (alle 17.30) la commedia dialettale “I Rusteghi” di Carlo Goldoni, con la compagnia “La Rinascita Teatrale d’arte” di Paese (Treviso) e la regia di Renzo Santolin.
Domenica 28 aprile, dalle 10.45 alle 13.00 è in programma la rievocazione storica con l’esibizionein corteo del Gruppo Storico Città di Palmanova e del Gruppo spontaneo “Nobiltà Mofalconese” e i rappresentanti degli “Alabardieri”, i “Popolani”, i “Nobili”, i “Tamburini”, i “Picchieri” e gli “Sbandieratori di Cordovado”.
Dopo il consueto Pranzo in Famea, dalle 16.00 alle 20.00, Piaza Granda ospita il Bal de la Rosa per rievocare la festa popolare che veniva organizzata il pomeriggio sui prati davanti a Porta Palma, dopo le feste civili e religiose.