Sono molti i protagonisti della quarta giornata di Pordenonelegge. Il teologo Vito Mancuso ha presentato in anteprima nazionale il suo ultimo romanzo “Il principio passione”, edito per i tipi della Garzanti. In questo saggio Vito Mancuso assume la passione come prospettiva da cui leggere il mondo. Il problema in particolare è l’amore, il suo posto nel mondo e nella logica che lo regge. Quando si ama, quando si vive per il bene e per la giustizia, si rafforza il nostro essere natura, oppure l’amore costituisce un anelito dell’uomo che ne estingue la forza vitale. «Questo libro – ha dichiarato – nasce perché vedo stritolare i fondamenti della passione civile e della passione etica. È un’opera che si colloca sulla scia delle precedenti “Il dolore innocente” e “L’anima e il suo destino”, delle quali costituisce un momento successivo di condensazione del pensiero. “Principio è passione” si propone come momento di sintesi della visioni contemplate nei due saggi precedenti, ovvero il volto oscuro della natura e il volto luminoso della natura». Il pensiero di Mancuso, considerato un esponente di un cattolicesimo eretico, si propone in realtà di dismettere la verità della dottrina, che non è concepita come pura formula astratta né come principio bensì come bene concreto dell’uomo. Mancuso è fautore di un cattolicesimo più “leggero”, meno preoccupato di creare un sistema di pensiero cui le persone devono obbedire, rivolto invece ai singoli, allo spirito delle persone. “L’immagine della chiesa che Bergoglio utilizza – ha affermato – è quella più consona ai nostri tempi. La chiesa è “un ospedale da campo”, in cui c’è una guerra in atto, un’umanità dolente, le cui ferite devono essere curate”.
Questa sera si terrà l’atteso debutto dello spettacolo di Roberto Saviano e Stefano Piedimonte dal titolo “Comicamorra”. Classe 1980, ex giornalista che si è occupato di cronaca per il “Corriere del Mezzogiorno”, Piedimonte ha scritto nel 2012 “Nel nome dello zio” (2012). A Pordenonelegge presenta il suo nuovo romanzo “Voglio solo ammazzarti” (Rizzoli), uscito giovedì scorso. «In Comicamorra – ha dichiarato – si presentano gli aspetti più ridicoli e grotteschi della camorra, di questi personaggi che sono rispettati e venerati come divinità. Il potere della mafia si basa sulla paura, nello spettacolo cerchiamo di smontare questo meccanismo». E cita alcuni di questi episodi “comici” legati alla mafia: «In Italia è molto diffuso il fenomeno dei latitanti che vengono arrestati perché vanno a mangiare il ragù a casa della mamma. Ci sono criminali picchiati dalle vittime o che perdono le armi durante la fuga». Il supporto sui cui poggia lo spettacolo è costituito da articoli di giornale e storie realmente accadute, il tutto presentato sotto forma di “una chiacchierata piuttosto informale”. Piedimonte è legato a Saviano da una profonda amicizia e svela alcuni tratti nascosti del suo carattere: «Saviano possiede un umorismo e una vena comica che raramente emergono. È stato uno dei pochi amici a credere in questo spettacolo».
Momento clou della giornata la consegna ufficiale dell’omaggio “La storia in un romanzo” a Martin Amis. Autore dalla penna corrosiva, critico del conformismo sociale, Amis ha spesso incrociato il suo percorso letterario con la Storia, attraverso ritratti memorabili e feroci come quello di Stalin e critiche ai vari “ismi” che hanno funestato il Novecento. Il suo ultimo romanzo “Lionel Asbo. Lo Stato dell’Inghilterra. Tra i temi trattati in questa giornata largo spazio alla Grande Guerra, con due convegni incentrati rispettivamente sulla memorialistica privata e sugli itinerari letterari di inizio secolo e sulla presentazione del progetto “WW1. Dentro la Grande Guerra”.
Vito Digiorgio