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ROMA, CONGRESSO MATHESIS. La matematica supporto filosofico della vita civile.

ROMA, CONGRESSO MATHESIS. La matematica supporto filosofico della vita civile.

Insegnare matematica e fisica oggi: cosa, come e perché. Con questo titolo si è svolto a Roma nei giorni 1 e 2 dicembre 2017 il Congresso Nazionale della Mathesis, Società Italiana di Scienze Matematiche e Fisiche, fondata nel 1895 con scopo “la valorizzazione ed il progresso dell’insegnamento della matematica e, più in generale, dell’insegnamento scientifico”. La Mathesis ha sezioni provinciali: quella di Udine, molto attiva, propone come prossimo evento la conferenza “Il lato oscuro del gioco”, relatore D. De Toffoli, 14 dicembre 2017 ore 11.15 Udine ISIS Malignani.
All’interno del vasto programma del Congresso, sono stati esaminati i temi della didattica per competenze, del raccordo tra i diversi curricoli, delle novità normative sugli Esami di Stato ed è stato presentato l’archivio storico del Periodico di Matematiche.
La questione centrale è stata posta al Congresso nella nota introduttiva dal prof. E.Ambrisi, Presidente Nazionale della Mathesis, utilizzando la potente metafora del Giano Bifronte, dio di porte – il cui scopo è collegare in entrambi i versi – e dio di ponti – costruiti per unire ciò che è diviso. La funzione principale della matematica oggi è di promuovere il saper pensare, parlare, scrivere matematicamente nei contesti più diversi. La pulizia del pensiero, la capacità critica, la tensione alla verità, la capacità di rivoluzionare saperi consolidati creando nuovi concetti e nuove forme, l’attitudine ad apprezzare la bellezza di un ragionamento, di un’immagine, di un’idea sono i caratteri che restituiscono alla matematica la sua dimensione etica, particolarmente urgente nel contesto attuale. La matematica è così concepita come un metaapprendimento, un forte antidoto a quella che il prof. Ambrisi chiama l’assolutezza dello “smartphone tra le mani”.
Come insegnarla? Il prof. S. Maracchia, ospite illustre della prima fase del Congresso, ha rivolto ai partecipanti, provenuti da tutta Italia con il loro carico di esperienze da condividere (eravamo in due dal Friuli), un emozionante appello a rendere la propria passione centro dell’insegnamento di una materia che non è solo pratica ma porta ad orizzonti più vasti. La sua è stata una vera dichiarazione d’amore verso la matematica che, “assieme all’Arte ed alla Poesia, è la disciplina più bella del mondo”, nata dall’idea di dimostrazione e dall’attitudine alla discussione ed ad confronto, perciò fondamentale per lo sviluppo della società. Attraverso l’opera indistruttibile di pensatori come Pitagora, Euclide, Archimede, la matematica muove i fili di tutto il pensiero, cercando e creando ordine, regolarità e semplicità ma anche affrontando le sfide della complessità. Una matematica che il prof. Maracchia immagina “eterna”, sempre esistita e che sempre esisterà, con nuovo riferimento alla metafora del Giano Bifronte, il cui sguardo si estende indefinitamente nel passato e nel futuro.
Ed è nel solco di una matematica viva che si è inserita la relazione di carattere storico sull’Infinito in matematica, scienza e filosofia del prof. F. De Giovanni (in foto) Ordinario di Algebra all’Università Federico II di Napoli. “Confortato dalle parole del prof. Maracchia”, ha ribadito il ruolo della matematica come supporto filosofico della vita civile. Mentre scorrevano le slide con i volti di Pitagora, Aristotele, Galileo, Hilbert, Cantor, appariva una matematica che non è teoria senza nomi, e in cui i nomi hanno volti. E’ la narrazione che entra nell’insegnamento. Storie vere di matematici in carne ed ossa, con il loro carico di umanità, con la loro vita. Una per tutte la vita di Cantor, studioso che ha rivoluzionato la matematica e la filosofia, di cui il 6 gennaio 2018 ricorrerà il centenario della morte nella clinica psichiatrica di Halle.
Su questa traccia, si sono alternati sul palco degli oratori Dirigenti, Ispettori scolastici, Docenti che hanno presentato le proprie esperienze. Il prof. R.Pratesi (Firenze), docente di matematica, esperto straordinario di Dante e suo fine dicitore, collaboratore del Museo delle Scienze di Firenze, ha scorso la storia dei numeri, dai razionali misura di tutte le cose (Pitagora), fino ai complessi, passando attraverso il pensiero dei matematici arabi, di Fibonacci, Cardano, Tartaglia, Bombelli, Gauss, Ramanujan ed i loro strabilianti risultati, dimostrando all’uditorio per esempio come e perchè la somma di tutti i numeri interi può portare a -1/12. Poi si sono avvicendate altre relazioni come quella del prof. Gambarelli sulla teoria dei giochi e quella dei prof. Perpe e Borgato intitolata Donne e matematica in Italia.
Al momento dei saluti, partiti quasi tutti, c’è stata una conclusione inaspettata: in una saletta della Casa La Salle, nella cui Aula Magna si è svolto il Congresso, il confronto è continuato sul tema Matematica e Poesia, un’apertura finale al vasto mondo del dialogo tra Matematica e Letteratura, a quello della passione di molti matematici per musica e poesia e a quello dei matematici poeti, alcuni dei quali erano proprio lì, in quel momento.

Dianella Pez

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