Negli scatti colti dalla fotografa – un affascinante percorso visivo lungo il bacino imbrifero montano del Tagliamento, dalle Alpi Carniche fino alla pedemontana pordenonese – si riscoprono le mille declinazioni di questo straordinario elemento: fiumi e torrenti, sorgenti e cascate, laghi e risorgive, mulini e centrali elettriche, l’acqua benedetta, quella per lavare e quella da bere. La mostra non è soltanto un viaggio tra luoghi, storie, uomini e tesori naturalistici, ma vuole essere un invito a non dare per scontate la bellezza, la purezza e la gratuità di questo ricco patrimonio idrico, da conservare e proteggere. Ulderica Da Pozzo, nata nel 1957 a Ravascletto in provincia di Udine, inizia a fotografare nel 1976 e nel 1980 diventa fotografa professionista. Ha approfondito lo studio del linguaggio fotografico con Ferdinando Scianna, Gabriele Basilico, Oliviero Toscani, Franco Fontana. Collabora e pubblica su testate di tiratura nazionale (Airone, Bell’Italia, Qui Touring, Alp, Meridiani Montagne, Tuttoturismo, Dove, A Tavola, Gusto Sì, Alpe) e con vari periodici regionali. A fare da pendant la mostra fotografica “la danza delle pietre”.
La sera (ore 21) nel suggestivo anfiteatro naturale in località Chiarchia, accanto all’antico mulino riconducibile alla prima fase della colonizzazione medievale nella val Tramontina, andrà in scena lo spettacolo dedicato al tema di quest’anno “Storie di acqua e di sassi”, produzione collettiva e partecipata degli abitanti tra canti, racconti e danze accompagnati dalla fisarmonica di Silvia Basaldella. Il copione è il frutto di un accurato lavoro di ricerca di pezzi musicali appartenenti alla tradizione popolare e di scrittura di testi narrativi che si ispirano a storie di vita raccolte in valle e testimonianze e ricordi personali (dai giochi coi sassolini, alle lavandaie, alla pesca dei morsoni, ai mulini), con un contributo anche di Ulderica Da Pozzo che leggerà un passo tratto dal suo libro “Le voci dell’acqua”. Le musiche – eseguite alla fisarmonica da Silvia Basaldella – sono tratte dalla tradizione popolare e recuperate con un importante lavoro di ricerca filologico-musicale. Lo spettacolo è reso ancora più vivace da piccole scene di intermezzo nelle quali si esibiscono comparse in costumi tradizionali e dall’irruzione a sorpresa delle agane, figure delle leggende popolari legate all’acqua. Il coro è costituito da persone di tutte le età, dagli 8 agli 80 anni. Lo spettacolo si tramuterà infine senza soluzione di continuità in ballo e festa collettiva.