Sarà inaugurata venerdì 7 agosto, alle ore 19.00, alla sala Umberto Veruda di palazzo Costanzi, in piazza Piccola 2, la mostra “Una certa distanza”, collettiva di Eric Gerini, Paolo Pretolani e Massimo Stenta.
La rassegna espositiva sarà visitabile liberamente fino al 30 agosto, tutti i giorni, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00
Il progetto espositivo mette in evidenza i differenti modi di operare al cospetto di uno spazio apparentemente bianco e vuoto, la tela o la carta, attraverso il linguaggio del disegno e della pittura. Queste divergenze portano gli artisti inevitabilmente in direzioni a volte coincidenti, a volte lontanissime e inaspettate.
“In una fredda giornata d’inverno dei porcospini si strinsero vicini per proteggersi l’un l’altro dal gelo col loro calore. Subito però si punsero a vicenda, ed il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di riscaldarsi li portava nuovamente vicini, si ripeteva quell’altro malanno, ed i porcospini vennero sballottati avanti e indietro fra due mali finché non trovarono una moderata distanza reciproca che gli permettesse di resistere al meglio.”
Questo breve passo di Schopenhauer descrive bene il rapporto di Gerini, Pretolani e Stenta riguardo alla pittura: spesso contrasti di idee e di interessi li costringono a trovare soluzioni differenti in un terreno comune, che soddisfino le reciproche necessità. Da qui il titolo della mostra, che mette a fuoco le dinamiche e le motivazioni del loro dialogo.
Il loro percorso inizia a Venezia nel 2009, dove hanno frequentato lo stesso corso di pittura per 4 anni. Durante questo arco di tempo hanno condiviso lo spazio di lavoro, e sono cresciuti sperimentando e discutendo quotidianamente su cosa significasse per loro la pittura. Verso la fine del 2014 hanno intrapreso strade differenti, tenendosi però in contatto per discutere del loro lavoro e preparare questa mostra, che ha permesso di lavorare nuovamente assieme. In passato le loro ricerche hanno avuto varie intersezioni, e spesso alcuni lavori risultavano simili tra loro. Tuttavia a distanza di un anno hanno maturato linguaggi diversi, che la mostra intende presentare.