Un viaggio per non dimenticare e per conoscere. Un percorso civile all’insegna della memoria attraverso gli spunti che possono venire dalle ricerche storiche e dai documenti di una mostra, così come dalle suggestioni proposte da uno spettacolo, un concerto o un film o, ancora, dalle parole, rare e preziose, affidate ai testimoni della Shoah. Come sempre con un particolare occhio di riguardo alle giovani generazioni. Appuntamento tradizionale e irrinunciabile per la città, torna anche quest’anno il ricco calendario di iniziative organizzate dal Comune di Udine per la Giornata della Memoria, che dal 2000, ogni 27 gennaio, il mondo intero dedica al ricordo dell’anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, per commemorare tutte le vittime della persecuzione fascista e nazista come ebrei, rom, omosessuali, disabili, malati di mente e testimoni di Geova. “Il rischio dell’oggi – spiega l’assessore alla Cultura, Federico Pirone – è che ci abituiamo ai rumori in un mondo che non sa più ascoltare. L’inconsistenza di disturbi che provocano fastidio e inducono alla sordità. L’impegno dell’amministrazione comunale con l’organizzazione della Giornata della Memoria – prosegue –, ha l’obiettivo di rendere giustizia a chi è rimasto vittima del nazismo, dell’Olocausto e onorare coloro che hanno rischiato la propria vita per proteggere i perseguitati, qui come altrove. Ma non solo. Riteniamo infatti indispensabile che oltre a ricordare le violenze del passato, si aumenti la consapevolezza delle tragedie e delle discriminazioni purtroppo esistenti ancora oggi nella società. Ricordare significa oggi più che mai – conclude – responsabilizzarsi nel presente e per il futuro e pensarsi come una vera comunità”. La rassegna, come sempre organizzata dall’assessorato alla Cultura del Comune, vede il coinvolgimento anche di numerose realtà culturali e associazionistiche del territorio, come i Civici Musei del Comune, la biblioteca civica “Joppi”, l’Aned – associazione nazionale ex deportati, il Centro Espressioni Cinematografiche, il Css Testro Stabile di Innovazione del Friuli Venezia Giulia, il Teatro Club Udine e Kappa Vu. Entrando nello specifico del calendario, il programma messo a punto dal Comune partirà già questo giovedì 23 gennaio alle 17.30 alle Gallerie del Progetto di palazzo Morpurgo (via Savorgnana 12) con l’inaugurazione di due mostre. La prima si intitola “Cent’anni della Sinagoga di Trieste. Carlo Morpurgo, la tragedia di un uomo giusto” ed è realizzata dal Museo della Comunità ebraica di Trieste “Carlo e Vera Wagner”. L’esposizione, visitabile fino a domenica 9 marzo, racconta attraverso immagini e documenti la storia della Sinagoga di Trieste, una delle Sinagoghe più grandi d’Europa, dal progetto di Ruggero e Arduino Berlam ad oggi e le vicende del triestino Carlo Morpurgo, l’uomo che negli anni di guerra salvò le memorie ebraiche triestine. La seconda mostra, anch’essa visitabile fino al 9 marzo, si intitola “Sterminio in Europa. Perché ricordare” ed è curata dall’Aned. I pannelli narrano gli anni tragici della proclamazione in Italia delle leggi razziali nel 1938, con le quali gli ebrei vennero discriminati ed espulsi da ogni settore della vita pubblica e professionale. Le immagini conducono attraverso l’orrore della “soluzione finale” nei campi di concentramento nazisti, costata dodici milioni di deportati e undici milioni di sterminati. Ebrei, Rom, oppositori politici, omosessuali e testimoni di Geova dovevano subire la deportazione e l’eliminazione in questi campi appositamente attrezzati per lo sterminio. Venerdì 24 gennaio alle 17.30 alla Sala Corgnali della biblioteca “Joppi”, sarà la volta della conferenza “Presenze ebraiche in Friuli. Oscar Luzzatto e gli ebrei udinesi tra Otto e Novecento: vite spese per il Friuli e per l’Italia”. Nel 50° anniversario della morte di Oscar Luzzatto, l’incontro si propone infatti di ripercorrere la storia paradigmatica di un ebreo friulano, pienamente inserito nel tessuto sociale, politico, economico e culturale friulano e costretto a rifugiarsi in Svizzera per sfuggire alle persecuzioni antiebraiche. Uno spaccato di storia locale che si interseca con la “grande storia” del ‘900. Introdotti da Pier Cesare Ioly Zorattini, interverranno Maddalena Del Bianco Cotrozzi, Valerio Marchi, Fulvio Salimbeni, Emanuele D’Antonio e Pietro Ioly Zorattini. Dedicato alla “Deportazione femminile”, invece, l’incontro in calendario sabato 25 gennaio alle 17.30 sempre in sala Ajace a cura dell’Aned e guidato da Antonella Tiburzi e Gianpaolo Carbonetto. Le donne italiane scampate ai campi di sterminio hanno dovuto giustificarsi per essere sopravvissute, hanno dovuto affrontare il sospetto di essersi concesse per avere salva la vita e questo è un altro elemento di specificità di genere, purtroppo tutta italiana, all’interno della tragedia della Shoah. Spazio al teatro, poi, alle 21 al Palamostre con la performance della compagnia Anagoor “L. I. Lingua Imperi”. Lo spettacolo, per la drammaturgia di Simone Derai e Patrizia Vercesi e per la regia di Simone Derai è portato a Udine all’interno della stagione “Contatto n° 32” del Css Teatro Stabile di Innovazione del Fvg. “Uomini predatori di altri uomini annientati a milioni, la caccia più sanguinosa del XX secolo”, lo spettacolo è ispirato allo sconvolgente romanzo “Le Benevole” di Jonathan Littell nel quale drammatici episodi storici della Seconda Guerra Mondiale e della persecuzione degli ebrei emergono dai dialoghi fra due ufficiali nazisti distaccati nel Caucaso nel 1942 (info e acquisto biglietti al Palamostre 0432 506925).
Particolarmente ricca di appuntamenti è la Giornata della Memoria, domenica 27 gennaio. Si parte alle 10.30 all’auditorium Zanon con il reading, dedicato agli studenti delle secondarie di secondo grado, di e con Nicoletta Oscuro “Partenze”. Attraverso un’accurata selezione di brani letterari, l’attrice prende in considerazione il dramma umano di chi deve lasciare la casa, la terra, gli affetti a causa di logiche folli basate sull’ideologia della razza (info Biblioteca Civica V. Joppi Sezione Moderna tel. 0432 271589). Alle 20.45 al Cinema Visionario, invece, sarà la volta della proiezione della pellicola “Hannah Arendt” di Margarethe von Trotta. Il film, che sarà replicato anche il 31 gennaio alle 10, ricostruisce un periodo fondamentale della vita di Hannah Arendt: quello tra il 1960 e il 1964. All’inizio della vicenda, la cinquantenne intellettuale ebrea vive a New York con il marito. Ha già pubblicato testi fondamentali di teoria filosofica e politica e insegna in una prestigiosa Università. Nel 1961, quando il Servizio Segreto israeliano rapisce il criminale di guerra nazista Adolf Eichmann, Arendt si sente obbligata a seguire il processo che si tiene a Gerusalemme (ingresso a normali tariffe di pagamento – www.visionario.info). Chiuderà la giornata, alle 21 al Teatro Palamostre, “Emanuele”, adattamento drammaturgico e lettura del testo di Ippolito Nievo proposto all’interno della stagione di Akròpolis dal Teatro Club Udine. Emanuele Ottolenghi è un giovane e ricco ebreo animato dal principio dell’uguaglianza tra gli uomini e dalla fiducia ottimistica nella bontà naturale del mondo. Forte di ciò, egli vuole contrastare sia la vecchia logica usuraia del ghetto, da cui provengono i suoi avi, sia la società mondana e benestante dei gentili e dei nobili che oppongono barriere di pregiudizi razziali. Un testo teatrale, mai rappresentato e pressoché sconosciuto, con cui nel 1852 il ventenne Ippolito Nievo prese posizione netta contro il pregiugizio antiebraico. Una pagina decisamente inedita, proposta da Paolo Patui e Angela Felice secondo la rodata formula di “Letture in corte”, tra momenti di lettura e contrappunti di riflessione (info per acquisto biglietti 0432 507953).
Dedicata alla scuole è ancora la mattinata di martedì 28 gennaio quando, alle 11 al Cinema Visionario, verrà proiettato, sempre a cura del Cec, il film di Dorino Minigutti “Oltre il filo”. Una decina di anni fa Metka Gombac, ricercatrice dell’Archivio di Stato di Lubiana, portò alla luce alcuni disegni e componimenti di bambini rinchiusi nel campo di Gonars. Sono testimonianze toccanti scritte nel 1944, quando i ricordi erano ancora freschi nella memoria di quei bambini. “Oltre il filo” è un intreccio avvincente e toccante della storia di quei sopravvissuti. Le testimonianze dei bambini di allora sono molto più di un ricordo: a quelle voci è affidata la ricostruzione storica di una delle pagine italiane più ignobili della Seconda Guerra Mondiale. La proiezione avverrà alla presenza del regista stesso. Per tutta la giornata di mercoledì 29 insala Ajace, inoltre, è previsto il convegno a cura di Kappa Vu e intitolato “I campi di concentramento fascisti”. Durante la Seconda Guerra Mondiale, almeno centomila civili jugoslavi vennero internati dal regime fascista in campi di concentramento, nelle varie regioni italiane e nelle isole della Dalmazia. Migliaia di persone – donne, uomini, vecchi, bambini – vi morirono di fame e di malattie. Si tratta di una tragedia di cui si è parlato poco, ma che è importante conoscere non solo per capire meglio la storia del confine orientale d’Italia, ma anche per riflettere sulla disumanità di tutte le strutture concentrazionarie, sull’oggi e sulle origini del razzismo crescente nella nostra società. Coordinati da Alessandra Kersevan si alterneranno, dalle 9.15 alle 12.40 e dalle 14.30 alle 17.30 gli interventi di Piero Purini, Carlo Spartaco Capogreco, Boris Gombač, Dragutin Drago V. Ivanović, Sandi Volk, Andrea Martocchia, Claudia Cernigoi, Genni Fabrizio, Ferruccio Tassin, Ivan Cignola, Alessandra Piani, Dorino Minigutti. Sempre il 29 gennaio ancora cinema dedicato ai ragazzi con la proiezione curata dal Cec, alle 11 al Visionario, del film “Anita B.” di Roberto Faenza. Tratto dal romanzo “Quanta stella c’è nel cielo” di Edith Bruck «Quanta stella c’è nel cielo» non è un errore, è il primo verso di una ballata amara del giovane Petöfi, il grande poeta ungherese. Quei versi sono tra le poche cose che Anita porta con sé, insieme a molti ricordi laceranti. Anita non ha ancora sedici anni. È una sopravvissuta ai campi. È bella, è sensibile, le prove della vita le hanno tatuato l’anima. Sta fuggendo da un orfanotrofio ungherese per andare a vivere a casa di una zia, Monika. Eli, il giovane cognato di Monika, è venuto a prenderla al confine per accompagnarla nel viaggio in Cecoslovacchia, dove si ritrova clandestina in un mondo ancora in subbuglio (info e prenotazione obbligatoria a scrivendo a [email protected], tel 0432 299545). Chiude la rassegna organizzata dal Comune di Udine, venerdì 7 marzo alle 18 in sala Ajace, la presentazione di “Le rose di Ravensbrück. Storia di deportate italiane”, video di Ambra Laurenzi e presentato a Udine grazie all’Aned.
Per tutte le informazioni è possibile contattare il PuntoInforma del Comune di Udine telefonando allo 0432 414717 o inviando una email a [email protected].