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UDINE : L’ARTE DEL FERRO DI ALBERTO CALLIGARIS IN MOSTRA AL MUSEO ETNOGRAFICO dal 19 dic. 2014

Calligaris, fontana serpenti, 1911“Il ferro, elemento tutto moderno, ci permette arditezze non immaginate dagli antichi, comodità maggiori e grande economia. Sono persuaso che nessun altro materiale ci possa dare più eleganza di forme accoppiata alla massima arditezza di costruzione”. Così il celebre architetto udinese Raimondo D’Aronco decantava, in un suo scritto, le qualità del ferro nelle costruzioni. A uno dei più grandi maestri nella lavorazione di questo materiale, Alberto Calligaris, è dedicata la nuova mostra del museo Etnografico, che sarà inaugurata venerdì 19 dicembre alle 17.30 negli spazi del piano nobile di palazzo Giacomelli.  Con questa esposizione Udine rende così omaggio a uno straordinario artista del ferro battuto, conosciuto e stimato ben oltre i confini locali per aver operato in varie città italiane e all’estero anche in occasione delle più mostra calligaris_2importanti rassegne di interesse internazionale. Un’insigne personalità del primo Novecento a Udine che seppe trasformare la bottega paterna in una ditta all’avanguardia in grado di superare le due guerre e si prodigò per tutta la vita per incentivare e qualificare l’istruzione professionale degli operai e degli artigiani in terra friulana. Attivo in Italia e all’estero, Alberto Calligaris fu uno dei grandi maestri della lavorazione del ferro battuto insieme ad Alessandro Mazzuccotelli, Carlo Rizzarda, Umberto Bellotto, i faentini Matteucci: personaggi che nella stagione del liberty diedero ampio successo all’uso del ferro non solo per impieghi strutturali e funzionali ma anche per le potenzialità decorative e d’ornato nel nuovo gusto dell’abitare.  La mostra nasce da uno studio sull’ampio corpus di disegni, circa 250, conservati nell’archivio Calligaris e di cui è esposta una selezione. I progetti – realizzati fra il 1908 e gli inizi degli anni Trenta – descrivono il maturarsi di un percorso creativo dalle diverse espressioni dell’Art Nouveau al recupero di elementi rinascimentali tipici del Déco italiano. Le tavole comprendono disegni a china su carta da lucido e a matita su carta, alcuni sono acquerellati e altri riprodotti in eliografia e in cianografia. A questo materiale si abbina una vasta rassegna fotografica, sia d’epoca a testimonianza di molti lavori oramai scomparsi e di cui si è persa traccia, sia ancora in situ o conservati presso privati e in edifici pubblici.  Attraverso l’esposizione di alcuni disegni relativi a grandi opere (a Padova: Basilica del Santo, Cassa di Risparmio, palazzo Folchi; a Trieste la Riunione Adriatica di Sicurtà; moltissime a Udine), ma anche di singole opere di carattere decorativo (lampadari, postierle, fontane e altre), la rassegna illustra il percorso creativo di questo maestro che fu finissimo disegnatore, uomo di cultura e amico di molte personalità del mondo dell’arte. Ne è un esempio la collaborazione con il cosmopolita architetto friulano Raimondo D’Aronco (Gemona del Friuli, 1857- Sanremo, 1932), per il quale lavorò in diverse occasioni e soprattutto eseguì lavori in ferro battuto, ideati da D’Aronco, per il palazzo municipale di Udine.  La mostra presenta anche il contributo di Calligaris alla realizzazione del cimitero degli eroi di Aquileia, per il quale progetto a più riprese diversi elementi, come le croci per le tombe, un tripode e lampade per il Santissimo Sacramento. Apprezzato anche da Gabriele D’Annunzio, Calligaris disegna il contenitore del calamaio con cui viene firmato l’armistizio, mentre tra il 1925 e il 1926 realizza il cofanetto in ferro adorno di pietre, smalti e monete per la cittadinanza onoraria di Aquileia a Mussolini e Costantini. Nell’ambito delle onoranze ai caduti, Calligaris progetta anche le recinzioni per i cimiteri militari italiani di Belgrado (1928) e Lubiana (1929), cui aggiunge la cancellata della cripta del duca di Aosta a Redipuglia.  Oltre a disegni e fotografie l’esposizione propone anche alcuni pezzi decorativi che Calligaris presentò a rassegne, come la piantana disegnata dall’architetto Zanini in ferro decorata da smalti con elegante coppa e la lampada delle libellule realizzata per Albertol’Esposizione internazionale di Torino del 1911. Un montaggio multimediale illustra invece altre opere oltre a far figurare il confronto fra disegni e fotografie di opere realizzate. Molti interessanti oggetti si riferiscono invece all’attività didattica, libri e tavole documentano l’ampia fortuna dei lavori in ferro battuto al tempo e la vasta cultura di Calligaris che in vita aveva messo insieme un significativa raccolta d’arte.  Alberto Calligaris. L’Arte del ferro è un progetto del museo Etnografico realizzato grazie alla disponibilità degli eredi di Alberto Calligaris, che hanno messo a disposizione disegni, opere e fotografie. La mostra è stata curata dal conservatore del museo, Tiziana Ribezzi, con la collaborazione di Gabriella Bucco, studiosa di arti applicate in Friuli nell’Ottocento e nel Novecento. L’allestimento è di Francesco Messina/Polystudio e Cristina Calligaris. L’esposizione, che sarà aperta al pubblico fino al 12 aprile 2015 negli orari di apertura di palazzo Giacomelli (dal martedì alla domenica dalle 10.30 alle 17) sarà approfondita attraverso visite guidate, incontri e altre iniziative. Da fine gennaio, inoltre, palazzo Morpurgo ospiterà una rassegna dedicata alla collaborazione tra l’architetto Raimondo D’Aronco, Alberto Calligaris e gli artigiani udinesi. Per informazioni: museo Etnografico, via Grazzano 1 (tel. 0432  271 920).

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