Mostre e musei aperti per un ferragosto alternativo, all’insegna dell’arte e della cultura. Se l’instabilità meteorologica sembra voler restare protagonista dell’estate e anche del prossimo weekend ferragostano, le collezioni e le mostre temporanee dei Civici Musei possono diventare una valida alternativa a ombrellone e lettino. Tutte le strutture museali e le esposizioni del Comune di Udine saranno aperte al pubblico anche a Ferragosto e per tutto il weekend con il normale orario estivo dalle 10.30 alle 19. “Udine si conferma città accogliente anche a ferragosto e per tutti i mesi estivi sia per i residenti sia per i turisti – sottolinea il sindaco Furio Honsell –, con una ricca offerta di iniziative e proposte culturali”. Un concetto condiviso anche dall’assessore alla Cultura, Federico Pirone. “Anche a ferragosto i Civici Musei rimangono aperti per offrire un servizio a chi passerà questa giornata in città – sottolinea l’assessore Pirone –. Le numerose mostre e collezioni presenti rappresentano una poliedrica e stimolante opportunità per vivere Udine con curiosità e interesse, sia da cittadini sia da turisti”. Tra esposizioni temporanee e collezioni permanenti turisti e udinesi potranno scegliere tra diverse proposte. A Casa Cavazzini (tel. 0432/414772) si potrà visitare la mostra “I segni nascosti-Taccuini e album di Melli, Scipione–Mafai–Raphaël-Fazzini 1906-1963”. Un viaggio tra i segni più significativi della grafica italiana nella prima metà del Novecento, dalle linee tracciate dal grande Scipione, passando per Mario Mafai, Antonietta Raphaël, Roberto Melli o Pericle Fazzini, con particolare riferimento alla cosiddetta “Scuola di via Cavour”. Un percorso visivo che si colloca a pieno titolo nell’ambito della “modernità” espressiva grafica del Novecento e che i visitatori potranno ammirare attraverso un centinaio di opere. Una chiave di lettura utile a svelare “i segni nascosti” che hanno segnato il passaggio del disegno da una concezione accademica preparatoria alla pittura a un campo di sperimentazione visivo capace di sollecitare nuove immagini e nuovi modi di interpretare il reale. Sempre a Casa Cavazzini i visitatori potranno ammirare la mostra personale “Lorenzo Missoni. Omaggio ai libri”, che raccoglie una settantina di lavori dell’artista tratti dalla serie “L’enciclopedia. Riproduzioni fotografiche”. Opere che accostate tra loro in maniera inaspettata e montate su piani distinti, creeranno percorsi suggestivi nella mente dell’osservatore. Nei suoi collage Missoni fa convivere passato e presente. L’artista, come scrive Denis Viva, “viaggia sfogliando le pagine, monta immagini come fossero sequenze di una sua immaginazione che è temporale ma che è anche ambientale, ricostruisce gli spazi, ce li restituisce”. Entrambe le esposizione sono visitabili fino al 21 settembre. Dell’offerta culturale ferragostana non può non far parte l’area museale del castello, facilmente raggiungibile anche grazie al servizio gratuito di bus navetta da piazza Libertà (attivo dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30). Qui si potrà visitare la pinacoteca del castello, che costituisce il primo nucleo, ottocentesco, delle raccolte museali e documenta lo svolgimento della pittura in Friuli dal Trecento alla metà dell’Ottocento. L’itinerario si snoda attraverso 13 sale con dipinti di Domenico da Tolmezzo, Vittore Carpaccio, Pellegrino da San Daniele, Giovanni Antonio Pordenone, Pomponio Amalteo fino a Palma il Giovane, Bombelli e naturalmente Giambattista e Giandomenico Tiepolo. Per chi volesse ammirare i capolavori tiepoleschi anche il museo diocesano e le Gallerie del Tiepolo osserveranno il normale orario di apertura, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. Non va dimenticato inoltre che la sede dei Civici Musei ospita anche la mostra “Rebus Caravaggio. Il San Francesco che riceve le stigmate di Udine”. Aperta fino al 30 novembre, la mostra allestita nella sala XIII della Galleria d’Arte Antica in Castello, è costruita intorno alla tela del San Francesco che riceve le stigmate, per qualche tempo considerata lavoro autografo di Michelangelo Merisi da Caravaggio ed ora quasi unanimemente ritenuta la migliore copia dell’originale esposto al Wadsworth Atheneum di Hartford negli Stati Uniti. Il quadro, al centro della riflessione storiografica intorno alla riproduzione degli originali di Caravaggio, è stato sottoposto ad un’attenta analisi materiale e documentaria i cui risultati sono ora presentati all’attenzione degli studiosi e del più ampio pubblico degli appassionati. Nei locali delle Gallerie del Progetto di palazzo Morpurgo da giovedì 14 a domenica 17 agosto dalle 16 alle 19 sarà aperta la mostra “Gli ultimi sogni. Udine 1900 – 1914”, un affascinante viaggio nella Udine della Bella Époque, dall’introduzione dell’energia elettrica alla costruzione di nuovi palazzi pubblici, dalle residenze borghesi alle case operaie, le industrie, le mostre d’arte e le Esposizioni, per arrivare al cinema e alla moda. Un fermento che dimostra l’entusiasmo e il clima udinese durante la Belle Époque, così come il desiderio di migliorarsi e affermarsi da parte tutti coloro che sognavano una “grande” Udine. Un inizio secolo che si apriva, dunque, con una città in crescita, operosa e fiduciosa nel futuro prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. Curata da Silvia Bianco, con la collaborazione di Loris Milocco, Elvira Pucci e Monica Sbrugnera, la mostra raccoglie i materiali conservati in diverse collezioni dei Civici Musei (Fototeca, Gallerie del Progetto, Casa Cavazzini e Galleria dei disegni e delle stampe), messi a disposizione dalla Biblioteca Civica “V. Joppi” e dall’Archivio dell’Edilizia Privata, prestati da collezionisti privati. Le fotografie degli Studi Malignani, Pignat e Brisighelli, riportano al passato attraverso le luci, le espressioni e l’atmosfera dell’epoca bella; i disegni di D’Aronco, Berlam, Gilberti propongono quelle architetture Liberty e Secessioniste che caratterizzavano la città; le opere di Antonio Gasparini, Mario Ceconi di Montececon, Giacomo Antonio Bornancin e Picì ci trasmettono il gusto artistico del momento; i lavori di Calligaris, Sello e Brusconi l’abilità degli artisti-artigiani. Non da ultimo la sede della mostra, il palazzo di Elio Morpurgo, barone, intellettuale, politico e cittadino che ebbe un ruolo fondamentale nello sviluppo della città. Per chi fosse interessato ad approfondire la cultura, i mestieri e il folklore friulano il museo Etnografico sarà aperto, sempre dalle 10.30 alle 19, con le proprie collezioni e mostre. Saranno visitabili le istallazioni multimediali, incentrate sui riti del fuoco, e anche la nuova sezione dedicata all’artigianato locale. Anche quest’anno, infatti, continua il viaggio del museo Etnografico alla scoperta dei prodotti artigianali che hanno fatto la storia del Friuli. A palazzo Giacomelli, nell’ambito dei percorsi espositivi di approfondimento dei diversi aspetti della cultura popolare, nella sala dedicata alla tradizione del mobile, è stata recentemente allestita una nuova esposizione dedicata alla storia della produzione artigianale delle sedie impagliate. Proprio per lanciare questa rassegna, il museo Etnografico ha stipulato una convenzione con l’Agenzia per lo Sviluppo del Distretto Industriale della Sedia, che si è impegnato a mettere a disposizione mensilmente un modello di attuale produzione di design con schede illustrate. L’Asdi sosterrà inoltre iniziative promozionali per valorizzare le esposizioni legate al settore. Il nuovo percorso espositivo presenta un’ampia varietà tipologica di sedie impagliate ponendo l’accento su varianti e tradizione lavorativa. Nata come prodotto semplice, durevole, e riparabile, grazie alla impagliatura domestica, in origine la “sedia impagliata” si distingueva meno per il canone estetico e più per le sue forme esenziali e le sue strutture assemblate con perizia. Era un prodotto popolare, tanto che invece i benestanti acquistavano le sedie presso i negozi e direttamente dagli artigiani specializzati per avere un prodotto più elegante e ben rifinito, adatto al loro stato sociale. Restano aperti anche i locali della galleria fotografica Tina Modotti, che fino al 7 settembre ospita la mostra “I colori di Franco Fontana”. L’esposizione, curata da Silvia Bianco, presenta una selezione tratta della collezione di fotografie acquisita dal Craf nel 1995: immagini di paesaggi, paesaggi urbani, piscine. È una retrospettiva che ripercorre la carriera di Fontana dal 1961 al 1997 con immagini dei vari temi da lui trattati e approfonditi. Grande protagonista del percorso di immagini è il colore: colori accesi, luminosi, vivi, brillanti su superfici piane, sovrapposte e mosse di paesaggi surreali, a prima vista impossibili. Fontana, attraverso la fotografia, interpreta la realtà andando oltre quello che lo sguardo può cogliere. “Mette in posa” paesaggi, edifici, corpi, coglie la luce che li colpisce appiattendo i volumi e le ombre che creano geometrie. La mostra sarà aperta per tutto il weekend, da venerdì 15 a domenica 17 agosto, dalle 17 alle 20 con ingresso libero. Anche chi resterà in città, comunque, potrà optare per un tuffo e una nuotata: la piscina del Palamostre, in via Ampezzo, resterà aperta con orario festivo dalle 10 alle 19.30. Apertura ferragostana anche per l’impianto natatorio di via Pradamano, che sarà accessibile dalle 10 alle 14.