Il 19 luglio, dalle 18.00, il Collegio Marconi di Portogruaro ha ospitato “Un anno di buona accoglienza”, incontro con il Prefetto di Venezia, il dott. Domenico Cuttaia, e le associazioni del Comitato di coordinamento volontari “I Ragazzi della Palestra“. L’evento, aperto alla cittadinanza, è stato organizzato con la collaborazione della Coop CSSA di Spinea e dell’associazione culturale Assalam, di Annone Veneto, che ha offerto un rinfresco al termine del convegno.
Si è trattato di un’occasione per tirare le somme circa l’esperienza di Portogruaro, Concordia Sagittaria e Annone Veneto, comuni che attualmente stanno ospitando – in immobili presi in locazione da privati – circa 80 richiedenti asilo originari dell’Africa Sub Sahariana, del Bangladesh e del Pakistan.
Gran parte di questi giovani, giusto un anno fa, venne accolta, in condizioni di assoluta emergenza, nella palestra dell’istituto portogruarese “G. Luzzatto”.
«Il volontariato locale – affermano i responsabili delle 21 associazioni aderenti al coordinamento – nella prima fase, quella della palestra, ha sostituito con la sua azione le gravissime mancanze gestionali della società a cui erano stati affidati i ragazzi, ha fatto fronte alla precarietà degli alloggiamenti e, infine, costruito un atteggiamento positivo e collaborativo con le amministrazioni locali e la stessa popolazione, nonostante alcune strumentali manifestazioni di ostilità e di intolleranza nei confronti dei profughi».
«La nostra esperienza – sottolinea il responsabile del Coordinamento, Roberto Soncin – conferma che, dove prevale l’azione umanitaria rispetto all’intolleranza, l’accoglienza dei profughi diventa una grande occasione di crescita per tutti. Al Prefetto di Venezia e ai sindaci dei tre Comuni, come a quelli di tutti gli altri Comuni del Portogruarese, presenteremo un rapporto dettagliato sulla situazione e sui risultati ottenuti. Siamo, infatti, convinti che questa sia, nonostante i suoi limiti e le enormi difficoltà iniziali, un’esperienza esportabile in qualsiasi luogo del Veneto».
Massimiliano Drigo