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Veri e presunti “Eroi” del nostro Paese.

Veri e presunti “Eroi” del nostro Paese.

Nelle prime pagine di quasi tutti i giornali e nelle prime notizie di gran parte dei Telegiornali di tutta Italia,ieri 26/05/2016 ,era riportata quasi fosse un evento straordinario il ritorno in Italia del fuciliere della Marina Militare Salvatore Girone.Ci sarà festa e manifestazioni di giubilo in tutto il Paese,è stato detto;il sindaco della città dove Girone è residente si è predisposto ad accoglierlo in maniera trionfale,e il Presidente della Repubblica lo ha persino invitato alla solenne parata del 2 giugno,settantesimo anniversario della Proclamazione della Repubblica(in cui all’atto costituente della stessa,è stato scritto fra gli articoli principali che “L’italia ripudia la Guerra e ne fa ricorso solo in caso di legittima difesa).Ricordo che quest’ultimo,insieme al collega Massimiliano Latorre (rientrato in Italia da tempo, per problemi di salute) era trattenuto presso la nostra ambasciata a New Delhi,in India dal febbraio del 2012 ,con l’accusa di aver ucciso 2 pescatori,creduti “pirati”,al largo delle coste del Kerala,nel Sud del Paese Asiatico, mentre erano di guardia sulla petroliera italiana Enrica Lexie.Se ne è parlato tanto,in questi anni, di tutti i fatti e i presunti misfatti commessi dai governi Italiano e Indiano sulla gestione di questo “scottante” caso,che al momento è sotto esame dell’Arbitrato Internazionale.In quasi tutte le sedi Istituzionali del nostro Paese vi sono striscioni su cui è scritto”Rivogliamo i nostri Marò”,si sono aperti dei comitati appositi in loro nome,gruppi dedicati ad essi sui social network,alcune squadre sportive esponevano una coccarda con la loro effige.Il loro caso è stato al centro di tanti dibattici,politici,pubblici e privati tutti concordanti,quasi all’unanimità,riguardo il rimpatrio dei “NOSTRI” militari.Personalmente sono d’accordo con la decisione di sottoporre i due ad arbitrato Internazionale e che gli stessi aspettino il verdetto con le loro famiglie.Credo,tuttavia,che non sia giusto trattare come grandi eroi nazionali,due persone che con indosso una divisa militare e armi in mano,a bordo di un’imbarcazione civile e mercantile, hanno sparato ad altri esseri umani che probabilmente facevano in pace il loro lavoro.Certo,il come e il perchè sugli avvenimenti non è ancora chiaro,infatti ci sono indagini in corso da anni e vi è attesa per il verdetto,ma sta di fatto che essi hanno innescato il proprio fucile ,fatto fuoco, ed ucciso! Ora,ripeto, sono stati equiparati alla stregua di due grandi eroi della Nostra Patria.Ci sono tanti altri lavoratori ,nostri connazionali i quali si soro recati per lavori “normali” e talvolta anche umili in zone “pericolose” dell’estero, come i 4 dipendenti dell’Eni,in stato di sequestro in Libia per 8 mesi e,purtroppo,solo 2 sono tornati vivi circa 2 mesi fà.Vi sono stati recentemente e vi sono attualmente casi di uomini e donne italiane,missionarie in Africa o in altre zone del cosiddetto”Terzo Mondo”,esseri umani,religiosi e laici, che si sacrificano da tempo per fare del bene nei sopracitati luoghi di cui si è dibattuto ben poco.Giornalisti,volontari, che si sono recati in medio oriente e in altre zone”calde”,hanno subito sequestri ,come le cooperanti  Vanessa Marzullo,e Greta Ramelli ,di cui si è parlato anche e persino in maniera negativa.Si è forse dimenticata la vicenda di Padre Paolo dall’Oglio tutt’ora prigioniero in Siria o del membro di una O.N.G. Giovanni Lo Porto ucciso”per sbaglio” dalle forze statunitensi durante un raid in Afghanistan nel 2015.Non si deve,inoltre,scordare il giovane ricercatore Giulio Regeni,assassinato in Egitto lo scorso Gennaio,dove si era recato per seguire le proprie idee e la propria passione,del quale si fa menzione sempre di meno.Tanti altri Italiani come noi senza divise militare,senza fucili o mitragliatrici,grandi stipendi,e soprattutto senza  dichiarazioni in posa “stile Rambo” rese alla stampa e alla TV che non sono altro che frasi fatte, forse imparate a memoria da manuali di storia militare o inculcate in qualche addestramento,hanno bisogno di giustizia.In conclusione,non voglio omettere i Casi di Stefano Cucchi e Federico Aldrovrandi ,rimasti uccisi mentre erano sotto custodia da agenti in divisa di pubblici ufficiali dello Stato.

Andrea Forliano

About Andrea Forliano

Nato a Bari il 22/05/1978,vive a Trieste,di formazione umanistica sta completando il corso di laurea in Storia indirizzo contemporaneo,è da sempre appassionato di storia,viaggi,letteratura,politica internazionale e in costante ricerca di conoscere nuove culture.Inoltre segue l'attualità,il calcio,il cinema e il teatro

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