Lasciandosi alle spalle Budapest, enorme città distesa fra i colli e il maestoso fiume Danubio, con i suoi i numerosi grattacieli simbolo di un passato, non poi cosi’ lontano, quando l’Europa era divisa dalla cortina di ferro, vi si apre la sterminata pianura pannonica, un mare di verde, interrotta ogni tanto da piccole foreste di forma quadrangolare e piccoli campi dal colore giallo. Vi si è a bordo di un vecchio treno che può ricordare i convogli che attraversavano la nostra Penisola negli anni ’80; l’occhio scivola sovente su piccole stazioni dal nome quasi impronunciabile (Szolnoc,Torokszentmiklos,Bekcescsaba).Il covoglio trainato da una locomotiva a diesel va avanti; un ponte di ferro circondato da un piccolo bosco segna il passaggio del fiume Tisza,grosso affuente
del Danubio,e appena superata,nei pressi della località di Curtici,la frontiera che segna il confine fra Ungheria e Romania vi si arriva nella città di Arad nella storica regione del Banato.Questa piccola regione,molto fertile, vanta il primato di essere la terra piu’ poliglotta d’Europa,infatti vi si parla ungherese,romeno,serbo e tedesco frutto delle varie dominazioni e migrazioni nel corso della storia.Un suono proveniente dalla vecchia locomotiva dà il segnale della ripartenza e,all’improvviso,sul finire di questa verde distesa,appare la catena montuosa Carpatica e dopo aver attraversato il torrente Mures vi si è finalmente entrati nella regione storico-geografica della Transilvania.
Il paesaggio è meraviglioso quanto variegato:dolci colline rigogliose solcate da piccoli corsi d’acqua,numerose fabbriche,già attive durante il periodo del governo comunista ma per lo piu’ in stato di abbandono,sparuti gruppi di vecchie case agricole abitate da contadini che si vedono spesso a bordo di un carretto trainato da un cavallo e circondate da varie cricche di buoi e ovini.Alla vetta di queste colline appaiono anche villaggi sovrastati da campanili di diverso stile e da suntuosi castelli,come quello della cittadina di Deva e sorpassando le suggestive cittadine di Vintu de jos e Alba Julia,la ferrovia incomincia a salire progressivamente.All’uscita di una lunga galleria si apre un altopiano dove,racchiusi da
un’imponente cinta muraria,svettano torri,numerose guglie e case dai tetti lunghi e spioventi che potrebbero ricordare la leggenda del mitico conte Dracula ;siamo a Sibiu.Vi si rimane col fiato sospeso camminando fra le vie e le grandi piazze di questa città,che presenta ovunque testimonianze di un celebre passato,caratterizzato prima dalla dominazione dell’impero romano,poi dalla forte migrazione dei tedeschi di Sassonia nel medioevo,e dall’invasione del re ungherese Mattia Corvino seguita dai turchi ottomani.Questi ultimi crearono un principato autonomo di Transilvania,in cui fra i principi regnanti ci fu appunto Vlad Dracula”Tepes”(impalatore),noto per i suoi metodi cruenti e protagonista di un famoso romanzo di fine ‘800.Il principato di Transilvania passo’,nel XVIIsecolo,sotto l’amministrazione Austriaca,epoca in cui Sibiu divenne il capoluogo di questa regione,che comprende le altrettanto suggestive città di Brasov,Sighishoara e la città universitaria di Cluj Napoca,per finire incorporata nel regno di Romania alla fine della Prima Guerra Mondiale.
Nel periodo asburgico la città si arricchi’ sempre piu’ di sfarzosi palazzi e opere d’arte e la popolazione si esprimeva sia in romeno che in ungherese e in tedesco;infatti dei due ultimi gruppi linguistici vi rimangono cospique minoranze tutt’ora nel territorio.Fra le tante emozioni che si provano nello scoprire le bellezze di Sibiu,c’è la piacevole sopresa di trovarsi di fronte a una forte presenza artistica Italiana:infatti una delle gallerie del piu’ importante museo cittadino è dedicata interamente ad artisti del nostro Paese,fra i quali vi si può ammirare,fra le altre, tele di Antonello da Messina e Tiziano Vecellio e miniature di Napoli e Venezia.In tutta l’Europa e in gran parte del Mondo è presente l’influenza artistica Italiana di ogni periodo,segno della creatività,simbolo del nostro Paese in cui oggi ricorre il sessantanovesimo anniversario della Liberazione.
Andrea F.