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Vivica Genaux al Teatro Nuovo Giovanni da Udine

Vivica Genaux è raffinata, elegante, bella di una bellezza affatto appariscente così come la sua voce. Stella internazionale della musica barocca si presenta al Giovanni da Udine con un programma novecentesco, di quelli da tenere il pubblico mille miglia lontano. Invece il pubblico c’era ed ha applaudito entusiasta un’artista e un repertorio che in Italia non hanno la risonanza che meriterebbero di avere. Philipp von Steinaecker sul podio della buona FVG Mitteleuropa Orchestra, compagine affidabile anche nelle insidiose pagine da XX secolo, accompagnava con garbo e buon senso la cantante, vera trionfatrice della serata.

Le variazioni su un tema di Frank Bridge op.10 e le variazioni e fuga su un tema di Purcell op. 34 di Benjamin Britten scorrono via lisce, senza infamia e senza lode, suonate con precisione e correttezza da un’orchestra che non può certo definirsi specialista del repertorio (e quale orchestra lo sarebbe?) ma che pure convince. Mancano quella disinvoltura e quella brillantezza di suono che porterebbero al salto di qualità ma, anche per merito di una direzione attenta e sensibile, la prova non dispiace.

Quando entra lei, Vivica Genaux, la musica cambia; non cambia il compositore invece, non subito, con le Folk Songs di Britten, forse la parte meno esaltante del suo concerto. Con le Siete canciones populares españolas di Manuel de Falla e le Folk Songs di Luciano Berio soprattutto, la Genaux raggiunge vertici di intensità interpretativa rari. L’artista francese sceglie una linea essenziale, composta, lavora di sottrazione. La sua voce è nuda, scoperta, rinuncia alla proiezione strumentale di memoria belcantistica in favore di un’intimità quasi confidenziale. Sembra parlare ad ogni singolo ascoltatore quella voce, come se ci fossero solo loro due, lei e lui. Mille colori ed inflessioni in un canto aperto il giusto, dal retrogusto jazzistico (quasi crossover verrebbe da dire, se l’appellativo non suonasse offensivo), novecentesco in sostanza, perfetto per la scrittura di Berio. Sono le sue Folk Songs la parte migliore della serata, ricordi da affidare a una memoria gelosa, momenti di tale intensità da commuovere il più arido dei cuori. La Genaux è un’artista che respira la contemporaneità e sa restituirla come pochi altri, non c’è retorica nel suo canto né compiacimento, non c’è voglia di impressionare, nessun esibizionismo. C’è tanta verità invece, c’è la ricerca del sapore più adatto per ogni parola, per ogni frase musicale e c’è la personalità della grande cantante. Fortunato chi c’era.

Paolo Locatelli

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About Paolo Locatelli

Giornalista e critico musicale.

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