TORINO È in corso da giovedì 16 maggio la XXVI edizione del Salone Internazionale del Libro. Grande l’affluenza di pubblico che si è registrata ai numerosi eventi di cui si compone il festival dedicato all’editoria: incontri con l’autore, lezioni magistrali, momenti di spettacolo, dibattiti, laboratori per bambini e ragazzi, letture. Il Salone è una finestra aperta sul mondo dell’editoria italiana, ma non solo: quest’anno Paese Ospite d’onore è il Cile, la nazione che ha dato i natali – per citare i più famosi – a Pablo Neruda e Roberto Bolaño. Il Salone è lo spazio delle grandi case editrici, ma è anche uno spaccato di quel tessuto formato di piccoli editori che coltivano progetti ambiziosi, che con costanza portano avanti iniziative lodevoli, anche se spesso non conosciute. Aggirarsi tra la miriade di stand della fiera permette di rendersi conto di quanto il libro sia un oggetto estremamente vivo, nonostante i proclami che da più parti vengano fatti sulla sua presunta morte. I libri affascinano ancora, suscitano dibattiti, i libri ci parlano in un linguaggio che è altro, ci descrivono una realtà che è altra, ma si rivolgono a noi, ci appartengono più di ogni altra cosa. Al Salone si respira un’atmosfera vivace, positiva, si percepisce il sostrato culturale del nostro Paese. Qui i libri trovano un’isola felice, pur nella decadenza del mercato libraio e nella crisi dei lettori. Gian Arturo Ferrari, alla presentazione de “L’Italia dei libri”, il più importante contributo ideato e organizzato dal Salone Internazionale del Libro al programma culturale di eventi per il 150° dell’Unità d’Italia, ha sottolineato come per noi italiani, abituati a lamentarci sulla carenza dell’istruzione, sulla decadenza della cultura, sia difficile rendersi conto del cammino compiuto dagli albori dello Stato italiano. “Nel 1861 l’Italia era una nazione di 22 milioni di italiani – ha affermato Ferrari –, di cui 17 erano analfabeti. La cultura e la letteratura erano rappresentate da figure di spicco, ma isolate in un contesto piatto e uniforme. Non c’era quel tessuto culturale che oggi innerva la società. Sarebbe un errore ignorare questo grande cambiamento positivo che ha attraversato il nostro Paese”.
Siamo nell’era della comunicazione digitale e anche l’editoria sta affrontando questo passaggio delicato. Il libro, concepito come qualcosa di ancorato alla tradizione, tenta di affrontare in un viaggio irto di ostacoli queste nuove barriere tecnologiche. Il libro per le nuove generazioni è forse soprattutto libro digitale. Per la prima volta sbarca al Lingotto Fiere il colosso editoriale canadese, produttore di e-reader e piattaforma di distribuzione e-book con oltre 2,5 milioni di titoli in vendita e 1 milione scaricabile gratuitamente. Nell’area “Book to the future” del Salone si discute degli e-book, dell’uso di Facebook, Twitter e dei social media in campo editoriale, del diritto d’autore per blogger e self-publisher (materia quest’ultima ancora poco conosciuta dagli utenti del web, anche perché stretta tra le angustie di una normativa non adeguata ai rapidi cambiamenti tecnologici in atto). I social network hanno rappresentato per l’editoria una rivoluzione epocale. Hanno trasformato radicalmente il rapporto tra autore e lettore, hanno stravolto metodi e modalità di comunicare. L’autore è stato costretto a scendere dal piedistallo su cui si ergeva prima dell’avvento di internet, a rinunciare a quell’aura che circondava la sua opera. Certo le critiche e le stroncature sono sempre esistite. Ma con il web tutto cambia. Lo scrittore deve fare i conti con un pubblico potenzialmente molto più vasto. La tendenza alla critica si è enormemente ampliata, chiunque può arrogarsi il diritto di stroncatura. Che questo sia un bene o un male non è dato dirlo. Il problema è che l’autore deve essere consapevole di tutti questi meccanismi che si instaurano con l’uso dei social network, a meno di rifiutarli aprioristicamente. aNobii è uno dei più importanti social network dedicati ai libri, in cui si possono condividere recensioni e commenti su libri e letture. La piattaforma di social reading Bookliners consente a studenti, insegnanti, autori, editori di inserire note e commenti agli e-book presenti in streaming sul sito, di condividere i propri contenuti con altri utenti o sui social network e di interagire con le note altrui, contribuendo ad arricchire il testo di partenza.
I numeri raccontano di un mercato editoriale in difficoltà, ma sono diverse le iniziative editoriali che ogni anno mettono radici. Nel Salone c’è uno spazio riservato alle case editrici con meno di 24 mesi di vita. In questo spazio, dalla suggestiva denominazione “L’incubatore”, sono protagoniste quest’anno 22 case editrici provenienti da tutta Italia. Dal 2007, anno di esordio, si sono affiancate qui 184 aziende, molte delle quali sono diventate ormai punti di riferimento nel panorama editoriale italiano. Il Salone riserva grande spazio ai laboratori della Creatività e alle iniziative legate alle lettura per i bambini. Instillare il piacere per la lettura e per la cultura fin da piccoli: è questa la vera scommessa per il futuro che il Salone vuole giocarsi.
Vito Digiorgio