Prendiamo “I Capuleti e i Montecchi”, forse il passo più celebre del balletto Romeo e Giulietta di Prokof’ev. Dopo quella manciata di battute spiritate dell’Andante, attacca un Allegro pesante cupo, dominato dall’incedere di ottoni e archi gravi. Su questo tappeto sinistro, violini e clarinetti intonano un motivo che alla seconda misura inciampa su una pausa di croma. Lì, su quella pausa apparentemente insignificante, Yuri Temirkanov ...
Archivi dell'autore: Paolo Locatelli
Leticia Moreno e Gianluigi Gelmetti inaugurano la stagione sinfonica del Verdi
C’è la bella Leticia Moreno – scuderia Deutsche Grammophon, ne sentiremo parlare a lungo – ad aprire la stagione sinfonica del Verdi di Trieste. Violinista dal gusto sofisticato, plateale forse nell’approccio “teatrale” allo strumento ma non nella sostanza. Le sue carte vincenti (Concerto in mi minore per violino e orchestra op. 64 di Mendelssohn) sono infatti la pulizia della linea, ...
“Contrasti 2016” la nuova Stagione Musicale della Mitteleuropa Orchestra
In una conferenza stampa particolarmente affollata il Sovrintendente della Mitteleuropa Orchestra Massimo Gabellone ha illustrato oggi la nuova Stagione Musicale dell’Orchestra Regionale. Un viaggio dalle tinte forti, in un percorso di 12 concerti di cui sei sinfonici, 2 con orchestre da camera e 4 con ensemble cameristici prenderà il via il 5 ottobre al Teatro Gustavo Modena di Palmanova. Una ...
Mirandolina di Martinů alla Fenice di Venezia
Recensione – La Mirandolina in scena al Teatro La Fenice è uno spettacolo da vedere. Senz’altro per la rarità del titolo – anche se, detto onestamente, è difficile intravedere in quest’opera paragoldoniana di Bohuslav Martinů i tratti del capolavoro – ma soprattutto perché la compagnia cui è affidata funziona in ogni sua componente. Gianmaria Aliverta ha forse “un poco di ...
L’Amico Fritz di Mascagni al Teatro La Fenice
Recensione – L’Amico Fritz non è opera dalle grandi finezze psicologiche e drammaturgiche: tutto è facile facile, di un’immediatezza che a tratti sconfina nella banalità e che, probabilmente, al pubblico odierno ha poco da dire. Applicare in blocco questa sensibilità remota e distante, senza porsi il problema di rinfrescarne i tratti o cercare una chiave di lettura che la renda più ...
Una Bohème di buona tradizione al Verdi di Trieste
Recensione – Si potrebbe facilmente liquidare La Bohème in scena al Teatro Verdi di Trieste relegandola nella negletta schiera del “vista una le hai viste tutte”. E un po’ di vero c’è, direbbe Pinkerton. Sarebbe facile ma anche affrettato perché sì, c’è la soffitta come in altre centomila Bohème, c’è un secondo quadro horror vacui e, nel terzo, una neve ...
La Favorite di Donizetti al Teatro La Fenice
Recensione – Capita ancora di ascoltare, più spesso di quanto si pensi, il vecchio ritornello secondo cui “per fare l’opera ci vogliono le voci”. Chiunque ne fosse convinto farebbe bene ad andare al Teatro La Fenice di Venezia per una replica de La Favorite, così da realizzare senza possibilità d’appello quanto le voci, all’opera, da sole possano ben poco. Sì ...
Una trionfale Cenerentola di Rossini al Verdi di Trieste
Non c’è nessuno sconvolgimento drammaturgico ma una timida rivisitazione di contesto, che pure ha una sua efficacia, nella Cenerentola rossiniana in scena al Teatro Verdi di Trieste. I luoghi della fiaba vengono accantonati per spostare la buona Angelina e le terribili sorellastre in un fatiscente teatro abbandonato dove lei lavora alle caldaie mentre loro giocano da divastre tra gli abiti ...
L’inconcludente Bruckner di Michel Tabachnik al Malibran
Piuttosto che la strada per l’inferno, spesso sono i vicoli ciechi a essere lastricati di buone intenzioni. Non c’è infatti niente di infernale nel Bruckner di Michel Tabachnik, tutt’altro – alcuni passaggi sembrano ispirati da una luce celestiale – ma una sfilza di pregevoli propositi che rimangono appena abbozzati o completamente disattesi. Tanti bei momenti dunque ma anche parecchia discontinuità, soprattutto ...
L’Ottava di Bruckner secondo Inbal al Teatro La Fenice
Recensione – Più che a ieri guarda a ier l’altro il Bruckner di Eliahu Inbal. La cosa non sorprende né, in fin dei conti, ridimensiona il giudizio, dal momento che il passato di cui si fa alfiere l’ottantenne maestro israeliano rappresenta una parte fondamentale della storia dell’interpretazione bruckneriana. Tuttavia la sua Sinfonia n.8 in do minore – lo scorso fine ...