Se fossi un regista, davanti al Flauto magico di Mozart non saprei dove sbattere la testa. La drammaturgia è contorta, eccentrica, i riferimenti culturali e musicali sono tanti e divergenti. In fin dei conti la scelta più saggia e vincente – Michieletto l’ha dimostrato di recente – è puntare su una chiave di lettura netta e svilupparla con coerenza, dimenticandosi del ...
Archivio della categoria: La Folle Giornata
L’Attila di Giuseppe Verdi al Teatro La Fenice
Forse Attila non è un capolavoro, tuttavia c’è in quest’opera acerba e ancora vincolata a stereotipi e rigidità formali più di una traccia di quello che sarà il Verdi della maturità. Il che non si limita a qualche suggestiva anticipazione degli sviluppi musicali e drammaturgici che verranno, ciò che piuttosto emerge già con chiarezza è il più grande talento del ...
Lo Schiaccianoci di Cajkovskij al Verdi di Trieste
Oltre al contesto, c’è un’altra cosa che accomuna Lo Schiaccianoci di Pëtr Il’ič Čajkovskij al Natale: la capacità di contagiare, con il suo clima sospeso e magico, adulti e bambini. O almeno questo è stato l’effetto della produzione appena transitata sul palco del Verdi di Trieste, che si è guadagnata l’entusiasmo pressoché incondizionato del pubblico più eterogeneo e trasversale che si sia ...
Rigoletto apre la stagione lirica del Verdi di Trieste
Il 28 aprile del 1950 Giuseppe Verdi scrive a Francesco Maria Piave “…avrei un altro sogetto che se la polizia volesse permettere sarebbe una delle più grandi creazioni del teatro moderno… è immenso, ed avvi un carattere che è una delle più grandi creazioni che vanti il teatro di tutti i paesi e di tutte le epoche. Il sogetto è ...
Aquagranda apre la stagione del Teatro La Fenice di Venezia
Sono tempi bui per le fondazioni liriche italiane, ormai da troppo tempo. Così, mentre molti tirano a campare con un occhio al botteghino e l’altro fisso sul bilancio, alternando Tosche e Rigoletti come se non ci fosse un domani – e non è detto che ci sarà, alla luce degli sviluppi recenti – alla Fenice si inaugura la stagione con ...
Il Medico dei Pazzi al teatro Malibran
Napoli. Ciccillo è uno studente di medicina sfaticato e col vizio del gioco. Per ripianare i debiti chiede allo zio Felice Sciosciammocca una somma di denaro, fingendosi laureato e intenzionato ad aprire una clinica per malati di mente. Ovviamente arriva il giorno in cui lo zio vuole far visita al nipote per verificare di persona il frutto dei tanti “investimenti” e ...
Yuri Temirkanov inaugura la stagione sinfonica della Fenice
Prendiamo “I Capuleti e i Montecchi”, forse il passo più celebre del balletto Romeo e Giulietta di Prokof’ev. Dopo quella manciata di battute spiritate dell’Andante, attacca un Allegro pesante cupo, dominato dall’incedere di ottoni e archi gravi. Su questo tappeto sinistro, violini e clarinetti intonano un motivo che alla seconda misura inciampa su una pausa di croma. Lì, su quella pausa apparentemente insignificante, Yuri Temirkanov ...
Leticia Moreno e Gianluigi Gelmetti inaugurano la stagione sinfonica del Verdi
C’è la bella Leticia Moreno – scuderia Deutsche Grammophon, ne sentiremo parlare a lungo – ad aprire la stagione sinfonica del Verdi di Trieste. Violinista dal gusto sofisticato, plateale forse nell’approccio “teatrale” allo strumento ma non nella sostanza. Le sue carte vincenti (Concerto in mi minore per violino e orchestra op. 64 di Mendelssohn) sono infatti la pulizia della linea, ...
Mirandolina di Martinů alla Fenice di Venezia
Recensione – La Mirandolina in scena al Teatro La Fenice è uno spettacolo da vedere. Senz’altro per la rarità del titolo – anche se, detto onestamente, è difficile intravedere in quest’opera paragoldoniana di Bohuslav Martinů i tratti del capolavoro – ma soprattutto perché la compagnia cui è affidata funziona in ogni sua componente. Gianmaria Aliverta ha forse “un poco di ...
L’Amico Fritz di Mascagni al Teatro La Fenice
Recensione – L’Amico Fritz non è opera dalle grandi finezze psicologiche e drammaturgiche: tutto è facile facile, di un’immediatezza che a tratti sconfina nella banalità e che, probabilmente, al pubblico odierno ha poco da dire. Applicare in blocco questa sensibilità remota e distante, senza porsi il problema di rinfrescarne i tratti o cercare una chiave di lettura che la renda più ...