L’isola ha scelto l’isolamento. Gli inglesi hanno sempre avuto un piede sul continente, ma il corpo ben radicato sulla loro isoletta, con la loro moneta, la guida a destra e le regole special. L’Europa era il più comodo e vicino partner commerciale, bisogna ammetterlo, ma nel momento in cui l’Europa ha iniziato a pretendere di più di una semplice partnership commerciale, l’inglesità è spuntata fuori come un bubbone putrescente e pulsante. Mai e poi mai l’ex potenza imperiale avrebbe potuto sottostare a regole o decisioni prese da altri, l’onore anglo-sassone non può piegarsi ai nemici storici del vecchio continente. Stolti e un po’ ingenui a dire la verità sono stati i rappresentanti delle alte cariche europee, convinti fino a ieri sera che l’UK, anzi che gli inglesi e i gallesi, avessero scelto l’Europa di cui realmente non si sono mai sentiti parte. I mercati, i pronostici e persino i bookmakers hanno scommesso forte sul “remain”, prendendo una sonora bastonata nei denti, un schiaffone che li ha fatti ripiombare nella realtà; e la realtà è che l’Europa non esiste. Non c’è mai stata una politica comune, un impegno comune, una vera identità europea. Un’unione che si basa solo sul mondo finanziario ha portato in superficie tutte le cricche di un sistema marcio e individualista, nel quale lo scopo è sempre stato quello di fare il maggior profitto possibile a discapito di tutto il resto (intese militari, culturali, problemi migratori). Ecco quindi che quando gli inglesi hanno iniziato a sentire la puzza di europeità sono scappati immediatamente, “bye bye” e arrangiatevi su tutte le problematiche che non siano di carattere commerciale. Festeggiano gli euro scettici, le borse colano a picco (evento prevedibile visto che i mercati temono l’incertezza del futuro), si spacca il Regno Unito (la Scozia e l’Irlanda del Nord rimarranno fedeli alla Regina, nonostante il forte senso di appartenenza all’Europa?).
24 giugno 2016, una data veramente storica in cui tutto ha inizio o fine. Saranno possibili ora gli Stati Uniti d’Europa o si tornerà ai nazionalismi? Non ci resta che vivere l’attimo, con la consapevolezza che “Alea iacta est”
Carlo Liotti