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Friuli e mafia, due realtà piú vicine di quanto si pensi

In Friuli la mafia non c’é. Lo dicono tutti, qui siamo solo brava gente e non criminali. Quelli, i teroni, stanno al Sud a fare le stragi, spacciano cocaina e fanno tutto ciò che vogliono perché i politici sono dalla loro parte. Ma qui, in questa piccola regione ai confini del mondo, i mafiosi non ci sono. Cosa ci vengono a fare, non siamo mica a Milano dove ci sono soldi. Lí fanno la bella vita, truccano gli appalti e riciclano il denaro sporco che producono dai loro loschi affari.

Udine, invece, non é una metropoli. É una modesta cittadina, lontana anni luce dalla confusione caotica dei grandi centri. Com’è possibile che un posto come questo possa rientrare nei piani di criminali feroci e spietati? Qui non c’é la mafia, lo dicono tutti.

Ma ogni medaglia ha il suo retro, ogni cosa un’ombra. E, a volte, si scopre che ciò che appariva pulito e immacolato era in realtà macchiato di una verità nascosta, anche dove sembrava impossibile. E il castello di carta delle convinzioni piú radicate crolla, mentre la bora triestina rivela l’orribile macchina che lavora incessante sotto di noi. Ma i friulani non si accorgono di quel sinistro ronzio che genera soldi, incessantemente, e continuano la loro vita. Come se nulla fosse.

Nessuno parla, ma in molti sanno. Le voci corrono e il brusio riempie il silenzio con frasi dette e strette tra i denti. Ma le prove non ci sono, casi ecclatanti non hanno ancora riempito le pagine di cronaca dei quotidiani e si possono solo fare ipotesi. I giornalisti delle varie testate regionali non possono parlare, perché non hanno nulla in mano e non si posso fare accuse tanto pesanti senza la certezza assoluta delle proprie fonti. Ma la pulce nell’orecchio ce l’hanno, é difficile non sospettare nulla: questa regione é un paradiso incontaminato, senza alcuna macchia? Il giornalista de L’Espresso Lirio Abbate ha denunciato tempo fa tutto il contrario, rivelando una spessa coltre di marcio che invade perfino questa terra di confine. Gli onesti ci sono, magari molti di più rispetto ad altri luoghi, ma dove c’è chiarezza si può nascondere anche il buio.

La mafia, in Friuli, c’é. Sta nei programmi di protezione testimoni che portano in questa piccola regione i pentiti, preziosi aiuti nella lotta alla criminalità organizzata; sta dentro il 41bis, il carcere di massima sicurezza riservato agli esponenti delle mafie che guardano le prealpi giulie dalle loro celle di Tolmezzo; si trova nell’economia che questa regione produce, come ormai è cosa nota in tantissime zone del nord, Milano in primis. Ma le prove non ci sono, dilagano nell’ombra senza che nessuno possa svelarle.

La mafia c’é, in Friuli e in Italia. Anche quando sembra non esserci, quando se ne rimane in silenzio lontano dai “riflettori” e la vita sembra andare avanti normalmente. Si muore anche cosí.

Timothy Dissegna

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