Nei pressi del Santuario di Castelmonte, lungo la via dei monti sacri in direzione della chiesetta votiva “dei tre re” in prossimità della biforcazione per Prepotischis-Marcolino, immerso nel bosco e raggiungibile salendo un breve sentiero si trova un acquedotto monumentale conosciuto come “fontana dei tre re”. Fontana perché, oltre alla funzione di presa d’acqua, permetteva a pellegrini e viandanti di dissetarsi alle due fontanelle dalle quali l’acqua sgorgava in continuazione. Costruito all’inizio degli anni ’50 forniva l’acqua al Santuario alimentandone le cisterne risolvendo così il problema dell’approvvigionamento idrico del borgo. Delimitato da due muri in pietra digradanti verso la parte anteriore dello spiazzo cementato antistante la facciata e protetto da un ulteriore muretto a circoscrivere la piazzola dal quale si gode una inusuale vista del santuario, il manufatto in origine era fornito anche di panche in pietra dove potersi riposare all’ombra degli alberi. La facciata è impreziosita da tre bassorilievi, probabilmente di modesto valore economico, due raffiguranti immagini sacre posti sopra le fontane ed uno sopra la porta di accesso raffigurante i “tre re” con la madonna ed il bambino da cui appunto prende il nome la fontana.
Notizie risalenti ad alcuni anni or sono davano la fontana oramai priva di acqua, probabilmente a seguito della costruzione nel 1979 del nuovo acquedotto in località Plagnava, ma l’edificio ha continuato nel tempo ad attirare la visita dei passanti anche per la pace e la tranquillità che il luogo emana e per la facilità di accesso dalla carrareccia che scorre pochi metri più in basso.
Alcune immagini di come si presentava il sito dell’acquedotto:
I segni del tempo hanno però iniziato a farsi sentire tanto che ultimamente si faceva persino fatica a scorgere il breve sentiero che conduce alla fontana a causa della vegetazione che ha incominciato ad impadronirsi del tracciato. Alcuni volontari hanno deciso quindi, impegnando qualche ora di lavoro, di ripristinare il sentiero e di ripulire dalla vegetazione e dal fogliame lo spiazzo antistante la costruzione oramai ricoperto da uno spesso strato di foglie, arbusti e rovi restituendo così una parvenza di dignità al complesso monumentale.
Purtroppo la mancanza di una qualsiasi manutenzione e la zona isolata in cui si trova l’acquedotto hanno favorito il degrado della struttura che presenta un’ampia crepa su uno dei due muraglioni laterali ed una perpendicolare sulla parte anteriore della pavimentazione ma quello che ha più amareggiato è stato il constatare la mancanza delle due fontane (probabilmente in pietra) dove un tempo defluiva l’acqua che sgorgava dai rubinetti; il dubbio è che siano state sottratte per andare ad abbellire qualche bel casolare di campagna anche se rimane sempre la recondita speranza che siano state rimosse e custodite in luogo sicuro per essere messe al riparo da azioni del genere.
Due particolari della facciata dalla quale sono state asportate le fontane:
Rammarica vedere che questo luogo un tempo frequentato da pellegrini e viandanti oltre che dagli abitanti dei luoghi limitrofi versi ora in uno stato di totale abbandono. E’ purtroppo sintomatico dei nostri tempi che, causa forse anche la persistente crisi, non si riescano a trovare (o non si vogliano trovare) risorse per conservare quanto costruito con fatica dai nostri predecessori. L’acquedotto, seppur di epoca recente, andrebbe comunque preservato come esempio architettonico e costruttivo del periodo e per l’affetto che ancora tantissime persone nutrono per esso.
Notizia e foto: Dario Furlan