Poco più che trentenne, Stefano Piedimonte – napoletano, classe 1980, un’esperienza giornalistica come cronista di nera – ha pubblicato nel 2012 con Guanda il suo primo romanzo, Nel nome dello Zio. Roberto Saviano racconta di aver cominciato a leggerlo «spinto quasi dal mestiere di dover osservare le pubblicazioni che raccontano di certi temi e di certe zone. Ma presto il dovere critico è svanito e le pagine mi hanno annodato a loro. L’ho letto voracemente». Nel nome dello Zio è diventato subito un ‘caso’ letterario, accolto dall’entusiasmo unanime della critica e dei social, sostenuto dalle parole importanti di Saviano: «Col romanzo “Nel nome dello Zio”, Piedimonte spoglia letteralmente la camorra mostrandone gli aspetti più ridicoli. La annienta lacerando quel vestito di onnipotenza che in tanti anni di soprusi e prevaricazioni si è ricamata addosso.Ciò che diventa palese è che i boss non sono altro che individui a cui mancano pezzi. Persone che spesso, a causa della loro mediocrità, scadono nel ridicolo e nel grottesco dell’autocelebrazione. Tutto ciò può essere intaccato, il consenso nei loro confronti può calare, ma solo se li si trascina a terra, solo se si riesce a svelare le loro passioni per quelle che sono: grossolane, kitsch, imbarazzanti. Ecco, questa è un’arma affilatissima ed estremamente efficace nella lotta al loro strapotere».
Un anno dopo, Stefano Piedimonte torna in libreria con il seguito della sua opera prima: “Voglio solo ammazzarti”, in uscita sempre per Guanda giovedì 19 settembre (Narratori della Fenice – 256 pagine – 16,00 €), sarà presentato in anteprima a pordenonelegge 2013 nella serata di sabato 21 settembre (ore 21, palazzo Montereale Mantica). Una seconda prova d’autore particolarmente attesa, quella di Piedimente, ambientata nel carcere napoletano di Poggioreale – Poggi-Poggi – dove ‘alloggia’ un boss della camorra con una passione smodata per il Grande Fratello. È lo Zio, è finito in cella perché qualcuno l’ha venduto alla polizia. Lo Zio cerca vendetta, ma per averla fino in fondo non può delegarla a qualche bravo guaglione: deve riuscire a evadere. Ad aiutarlo provvede un genio dell’informatica, un ex fruttivendolo stabilmente inserito nel clan e noto a tutti come Stiv Ciops, che crea app utili al caso organizzando una clamorosa fuga. Di nuovo a piede libero, lo Zio si attiverà per compiere la sua personale missione, accompagnato dai fidati sgherri Germano Spic e Span, abilissimo nel lavare via le tracce, e Erripò, una specie di sosia del maghetto Harry Potter con qualche problema di tossicodipendenza. Alle sue calcagna, il funzionario di polizia Wu, che già gli aveva dato la caccia riuscendo ad acciuffarlo e adesso non si dà pace. Grazie anche alle soffiate di un informatore, i tre arriveranno a Milano. È lì, infatti, che si nasconde chi ha tradito lo Zio. Ma i suoi sodali? Potrà davvero fidarsi, lo Zio, di chi gli assicura incondizionata lealtà?