Nelle Dolomiti Friulane sulle tracce della storia: varie sono le escursioni, di varia lunghezza, che si snodano in luoghi che furono teatro di scontri, incursioni, episodi della Prima Guerra Mondiale o ne conservano testimonianze. Luoghi che, alla valenza storica, uniscono un indiscusso fascino paesaggistico, per passeggiate rese ancor più interessanti dalla possibilità di essere guidati da un accompagnatore storico, che illustra il percorso e i fatti che vi successero e racconterà anche come la natura, il più delle volte, si riprende lo spazio vitale che trincee e bunker le avevano tolto.
L’ Escursione sulle tracce di Rommel alla Forcella Clautana, ad esempio, che ripercorrere passo per passo il tragitto fatto dal mitico generale dalla Val Cellina alla Val Meduna. Fa conoscere un frammento della Prima Guerra mondiale quasi dimenticato, che ha come protagonista un allora giovane tenente di un battaglione di montagna tedesco, destinato a diventare un mito: Erwin Rommel, che a soli 26 anni e ancor prima di Caporetto, era già famoso per il suo coraggio e abilità bellica. Il percorso proposto è lo stesso che Rommel e i suoi uomini del battaglione Württemberg fecero allora, lungo la strada – costruita dagli alpini italiani tra il 1910 e il 1912 – che collegava la Val Cellina alla Val Meduna ed è ancor oggi perfettamente percorribile. Il reparto di Rommel rappresentava la punta estrema dell’Alpenkorps germanica, aggregato alla XIV armata nell’assalto all’Isonzo. Gli “alpini” tedeschi -inquadrati con la 22° divisione Schützen- penetrarono nella difesa italiana per raggiunger velocemente Longarone e tagliare così la strada alle truppe italiane, che dal Cadore si stavano ritirando verso il Grappa. Tuttavia, a Forcella Clautana, il 7 novembre 1917, si dovettero arrestare, dato che attestati a quota 1439 della forcella c’erano circa 1000 italiani – alpini del Susa e del Cividale, bersaglieri, fanti, artiglieri, arditi del reparto d’assalto – che riuscirono a impedire lo sfondamento delle truppe tedesche. Si difesero strenuamente, tant’è che lo stesso Rommel, dopo il fallimento del primo assalto notturno, ebbe a dire: “sono seccato, è il primo assalto dall’inizio della guerra che mi va male. Duro lavoro di ore andato in fumo. Una ripetizione dell’assalto sembra senza speranza…”
Oppure il Sentiero storico della battaglia di Pradis, da Pielungo a Pradis di Sopra, testimone di uno dei tanti, inutili ed eroici tentativi da parte dell’esercito italiano di bloccare l’avanzata austro-germanica dopo la disfatta di Caporetto. A Pradis di Clauzetto c’è il Cimitero militare di Val da Ros, dove la gente del posto, all’indomani della battaglia (avvenuta il 5 e 6 novembre 1917) seppellì i caduti italiani ed austroungarici. Terminata la guerra, i piccoli cimiteri sparsi nella zona (Pielungo e Forno) vennero dismessi e tutte le salme vennero trasferite in questo, che venne inaugurato nuovamente nel 1920. Negli anni ’30, con la costruzione dei grandi sacrari militari voluti dal regime fascista, i resti dei soldati italiane vennero trasferiti. Rimangono oggi gran parte delle lapidi originali italiane, alcune tombe tedesche (segnalate dalla croce in pietra) e il monumento centrale (a forma piramidale con diverse lapidi commemorative).
Per prenotare queste ed altre escursioni storiche, rivolgersi a Giorgio Furlanich cell.389-8733051.