Non c’è d’aspettarsidi trovare l’intera storia dell’uomo, dalla Preistoria più antica al Rinascimento e poi ai giorni nostri nelle stanze di un vero e proprio castello medioevale, costruito a sua volta sulle rovine di una grandiosa e spettacolare villa romana sulle rive del fiume Noncello. Queste le caratteristiche del Museo Archeologico di Torre di Pordenone allestito nell’antico Castello dei Conti di Ragogna, circondato da un parco secolare dove natura, archeologia ma anche architettura fortificata e signorile si integrano a formare un unico complesso da cui il visitatore può esserecompletamente
avvolto. Tra le torri, le merlature guelfe e ghibelline, le ripide scale a chiocciola e i passaggi “segreti” del castello/museo, sarà curioso scoprire, aiutati da pannelli e video, i preziosi reperti del Friuli
Occidentale che si rincorrono in un percorso espositivo continuo che sale per più di una decina di stanze fino all’ultimo piano della torre mastio e poi ridiscende di nuovo per altre dieci sale nell’altra ala del castello fino al pian terreno. E’ un’immersione avvolgente tra gli strumenti dell’uomo di Neanderthal, i favolosi affreschi romani della villa di Torre, le necropoli longobarde e carolingie,le mura medioevali del castello, complesso fortificato proposto anche in una serie di modellini esplicativi. Ma c’è anche una sala inattesa, dove si trovano reperti estranei alla cultura locale ma di sicuro impatto: la ricca collezione Micheluz costituita dabuccheri presentati nella ricostruzione di un interno di camera tombale etrusca.
La sede: Il Castello di Torre, originariamente una torre-mastio con la cinta muraria, fu edificato con tutta probabilità tra 1260 e 1294. Per tutto il XIV secolo la fortificazione è contesa tra Patriarcato di Aquileia, nobili di Prata, nobili di Porcia, Conte di Gorizia, Carraresi fino al 1391 quando il Patriarca la concede a Giovannino Conte di Ragogna come permuta col suo castello a Ragogna.
Dal XV secolo, dopo la resa alla Serenissima e il giuramento di fedeltà a Venezia, il castello dei Ragogna assumerà sempre più le caratteristiche di dimora signorile, ampliata a più riprese con successivi
interventi edilizi fino agli inizi del ‘900. Dopo la scomparsa (1970) del conte Giuseppe, ultimo discendente del ramo primogenito della nobile casata, il castello entra nella proprietà prima della Regione Friuli Venezia Giulia e poi del Comune di Pordenone