Proseguono in biblioteca civica per l’Estate in Città gli Incontri con la lirica in Biblioteca Civica, giovedì 6 agosto alle 15 che per tutti i giovedì di agosto che dedicati al tardo romanticismo italiano, a cura di Roberto Cozzarin in collaborazione con la Fondazione Pia Baschiera-Arrigo Tallon. Giovedì 13 agosto ad essere sotto i riflettori saranno la Cavalleria Rusticana di Mascagni (ore 15) e i Pagliacci di Leoncavallo (ore 16.30), entrambe opere di ambientazione popolare e plebea rappresentative di autori, paesaggi e costumi dell’Italia del Sud, accomunate anche dal tema della gelosia, con esiti violenti. Composta nel 1889 in appena due mesi per un concorso poi vinto indetto dall’editore Sonzogno su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci (ispirato all’omonima novella di Verga),
Cavalleria rusticana fu rappresentata per la prima volta al teatro Costanzi di Roma il 17 maggio del 1890 ottenendo un successo tale da rendere famoso il suo compositore. “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo, andò in scena con enorme successo al Dal Verme di Milano il 21 maggio 1892 sotto la direzione di Arturo Toscanini. L’opera, il cui libretto fu scritto dallo stesso autore, contiene in forma esplicita il manifesto programmatico della “giovane scuola” operistica. Nel prologo Leoncavallo annuncia che i protagonisti erano uomini di carne e d’ossa, non più fantasmi letterari o teste coronate del melodramma romantico.
E’ una famiglia di musicisti quella di Gianni Fassetta, e per la prima volta sarà riunita nel concerto “Di scena e di danza”, progetto realizzato ad hoc per l’Estate in Città, in programma giovedì 13 agosto alle 21 nel Convento di san Francesco con ingresso libero. Il noto e apprezzato fisarmonicista di Montereale Valcellina suonerà dunque assieme
alle figlie Stefania (29 anni, pianista), Erica (25 anni, violinista) ed Elisa (13 anni, violoncellista). La moglie Cristina Roman, dopo aver studiato fisarmonica si è dedicata all’insegnamento della propedeutica musicale e collabora dunque all’organizzazione dei concerti e della scuola di musica Fadiesis da dietro le quinte. Il programma “Di scena e di danza”, prevede un piccolo excursus tra musiche nate per la danza e altre utilizzate come colonne sonore in diversi film celebri. In duo, con diversi organici verranno eseguite la tarantella di Squire (per fisarmonica e violoncello), La Csárdás di Vittorio Monti (fisarmonica e violoncello), Allegro appassionato, Op. 43 di Camille Saint-Saëns (violoncello e pianoforte), il Divertimento di Adamo Volpi (fisarmonica e pianoforte) e il Thaïs di Jules Massenet (volino e pianoforte) Stefania, Erica ed Elisa in trio suoneranno la danza ungherese di Brahms (utilizzata da Chaplin nella celebre scena del barbiere de Il grande dittatore). In quartetto verranno suonati Oblivion, Violentango e Invierno porteño di Piazzolla, e Nuovo Cinema Paradiso di Andrea Morricone. All’appello mancherà solo il cane Rocky – trovatello nero adottato 14 anni fa che – assicura Gianni – “Abbaia intonato”, appassionato uditore di tante ore di studio musicale.
Giovedì 13 agosto alle 21 a condurre gli Sproloqui sull’arte e sulle opere del museo civico d’arte nelle sale
del Museo civico d’Arte saranno I Papu. Indossata calzamaglia e camicione racconteranno la storia della famiglia Ricchieri, prima dedita al commercio e poi feudataria per la casa d’Austria (da cui ricevette nel 1383 il titolo di nobiltà), che fece costruire l’omonimo palazzo, ora sede del museo. Un edificio elegante e raffinato, tra i più antichi della città, che oltre a conservare i tesori artistici della città, è esso stesso una meraviglia da ammirare, per l’architettura e gli affreschi. Nel tempo infatti, la piccola casa-torre originaria venne trasformata in un grande palazzo stile veneziano, con la facciata divisa in tre parti: i corpi laterali pieni e il corpo centrale più arioso, per la presenza delle finestre ravvicinate. Questa suddivisione corrisponde all’interno al grande salone centrale e alle quattro sale laterali più piccole. Il modello della casa veneziana si ritrova inoltre nell’uso del mattone e degli affreschi, nella forma orientaleggiante delle finestre a gruppi di due (bifore). Oggi, grazie ai restauri, si possono ritrovare le tracce degli interventi, che hanno modificato nei secoli il palazzo, e che raccontano la sua storia. Sulla pubblica via si apre l’ampio ingresso, il portico, in cui si entrava con le carrozze, che portava anche al cortile interno al palazzo, dove si trovavano le stalle, i locali di servizio, i magazzini. Un’ampia scala in pietra conduce ai due piani superiori, dove viveva la famiglia. Ad ogni piano si trova un’ampia sala, con le finestre sulla strada e sul cortile interno, utilizzata come sala d’onore e di rappresentanza in cui ricevere gli ospiti, e le stanze laterali più piccole, usate in modo privato dalla famiglia. Di particolare pregio sono gli affreschi con le storie di Tristano e Isotta (inizi sec. XV) e le tavolette o cantinelle, originariamente intertravi da soffitto, che illustrano, come in un grande fumetto, scene d’amore, di duello, di caccia, di vita sociale, spesso curtense, legate alla tradizione locale dei grandi poemi delle Chansons de geste, e il meraviglioso bestiario medievale, composto da unicorni, draghi, serpenti volanti. L’evento è gratuito. Sono ammesse solo 50 persone alla volta. Nel caso di affluenza maggiore, si farà una replica alle 22.