Una dopo l’altra stanno chiudendo le storiche librerie del nostro territorio e non solo. Antichi scrigni, cari templi del sapere come le librerie che ci hanno fatto scoprire il piacere dello studio, della conoscenza, dello scoprire il mondo attraverso le pagine di un libro.
Le decine di migliaia di libri un tempo in vendita alla libreria “Fenice” di Trieste, ora in fallimento, sono a rischio macero e gli affezionati si mobilitano per salvare il prezioso patrimonio culturale con il gruppo su Facebook “I libri della fenice non possono finire al macero” che, in poche ore, ha già superato le 3000 adesioni. A fine anno la storica libreria “Tarantola” di via Vittorio Veneto a Udine chiuderà i battenti.
Il mondo sta cambiando assieme ai cosiddetti “modelli di business” che non prevedono più spazi fisici come una libreria, ora è più semplice acquistare on-line i libri o scaricarli come e-book comodamente su un tablet. Il rischio è quello di perdere, oltre l’esperienza libraria, anche migliaia di testi destinati al macero. Questo è il punto: i libri non sono semplici beni generici, racchiudono una serie di significati e particolarità unici. Se davanti alle leggi del mercato non si può fare molto forse è possibile salvaguardare i libri.
I libri sono come dei farmaci senza scadenza, come cibo prezioso per chi ha bisogno di conoscere e capire per liberarsi dall’ignoranza, non trattiamoli come rifiuti.
Federico Gangi