Il libro è incentrato sulla vita dell’artista, bizzarra fin da quando nasce. Leonor è una bambina contesa: suo padre tenta di rapirla per riportarla in Argentina, mentre la madre, che la vuole con sé a Trieste, la rende irriconoscibile travestendola da maschietto. Curiosa ed egocentrica, cresce in mezzo agli adulti, esplorando con sfrontatezza il loro mondo; affezionatissima al suo gatto Cioci, con cui condivide il carattere libero, scostante e, al contempo, bisognoso d’affetto, ama inventare storie strampalate e, soprattutto, disegnare. Ribelle verso tutto ciò che le è incomprensibile o che gli altri considerano proibito, viene espulsa più volte da scuola, racconta di essere la figlia di “Sua Maestà il Gatto”, si intrufola in una camera mortuaria. Decisa a diventare pittrice, si oppone alla volontà dello zio che la vorrebbe avvocato. Da ragazza frequenta la casa dello scrittore Italo Svevo e i suoi amici più stretti sono Bobi Bazlen, Gillo Dorfles e Arturo Nathan. A soli 17 anni espone in una mostra collettiva a Trieste, mentre appena ventenne parte per Milano, chiamata a ritrarre la famiglia di un ministro. Qui si scontra con pregiudizi che rendono difficile, per una donna, conquistare credibilità nel campo dell’arte. Determinata com’è, riesce comunque a introdursi nell’ambiente e a conoscere pittori come Giorgio De Chirico, Mario Sironi e Achille Funi, fino a esporre in una mostra tutta sua. Il rientro a Trieste è temporaneo: Leonor è ormai pronta a tentare la carta della fortuna a Parigi, la città che più di ogni altra attrae gli artisti. Parte portando con sé l’amore per i gatti, per i travestimenti, per il mistero e, naturalmente, la voglia di stupire.
In collaborazione con l’associazione culturale L’Officina.