Il sito paleontologico del Villaggio del Pescatore – dove è stato scavato ed estratto il celebre dinosauro Antonio – è per tutta l’estate al centro di una nuova, spettacolare mostra allestita dalla Zoic e curata da Flavio Bacchia che racconta cosa abitava i mari giurassici al tempo dei dinosauri. E’ uscito quest’estate nelle sale il quarto episodio della serie di Jurassic Park, film dove fanno la loro comparsa animali predatori giganteschi adattati all’ambiente acquatico: sul sito di Duino una mostra, Il mare (al tempo) dei dinosauri, per confrontare realtà scientifica con finzione cinematografica (apertura tutta l’estate, ogni venerdì, sabato e domenica, dalle 16.30 alle 20.30)In mostra una serie di repliche, modelli e campioni originali, esemplari lunghi fino otto metri, con uno spaccato di quanto abitava il mare e gli abissi marini nell’Era dei Dinosauri, una passerella di predatori dei mari preistorici tra mosasauri, pliosauri, plesiosauri, ittiosauri, tartarughe e coccodrilli giganti.Ma l’evento d’eccezione del week end di ferragosto è l’esposizione in mostra di alcuni campioni di ambra cretacea, uno dei periodi dei dinosauri, contenente esemplari di zanzare: il punto di partenza per l’estrazione del DNA che sta alla base dei film di Spielberg. “Habemus zanzaram” con questa frase maccheronica Andrea Colla, entomologo del Museo Civico si Storia Naturale di Trieste ha recentemente concluso il suo lavoro, dopo aver investigato un lotto di frammenti d’ambra contenenti resti fossili. “L’ambra è una resina fossile che talvolta ingloba resti di insetti, piante, molluschi e anche vertebrati, rimasti appiccicati quando la sostanza era ancora fresca e colava lungo il tronco degli alberi”, spiega lo scienziato. “Il materiale è abbondante in depositi terziari, con età variabili dai 40 milioni di anni in su“. Ma il lavoro di Colla e il suo stupore da professionista nel campo degli insetti deriva dall’età dell’ambra che passava sotto il suo microscopio: campioni di 100 milioni di anni, provenienti da un periodo geologico dove i dinosauri dominavano le terre emerse del nostro pianeta. “Ci abbiamo messo anni e anni per ottenere finalmente dei campioni interessanti di età cretacea“, prosegue ancora lo studioso. “L’ambra di questo periodo è rara, solo poche località al mondo la producono: non è facile frugare tra migliaia di frammenti e recuperare quelli che hanno inclusioni interessanti, ma questa è l’ambra dei dinosauri!”Siamo quindi in presenza del materiale su cui si basa la presunzione scientifica che ha permesso un serial come Jurassic Park. Infatti la clonazione dei dinosauri del film parte con l’estrazione del DNA di questi animali contenuto nel sangue che zanzare mesozoiche avrebbero succhiato. Concetto estremo ma non totalmente assurdo, come spiega il curatore Flavio Bacchia: “l’ambra è un materiale che potrebbe conservare il DNA anche per milioni e milioni di anni e finalmente, con la collaborazione del Museo di Trieste abbiamo individuato un reperto che rappresenta la pietra miliare della saga di Spielberg” Da settembre sul sito paleontologico del Villaggio del Pescatore si potrà approfondire l’argomento ambra/dinosauri/Jurassic Park. Un’anteprima su questo argomento verrà presentata il finesettimana di ferragosto. Venerdì 14 dalle 16.30 alle 20.30, sabato 15 e domenica 16 dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20 sarà possibile osservare, per la prima volta in Italia, attraverso una telecamera connessa ad un microscopio e collegata a un monitor gli insetti contenuti nell’ “ambra dei dinosauri” tra cui una zanzara e un fiore.. Il tutto sempre con la collaborazione del Museo Civico di Storia Naturale che mette a disposizione le necessarie attrezzature. Chissà se su Antonio, il dinosauro nostrano, si posavano zanzare e se mai lo hanno punto. Chiaro che sarà pressoché impossibile scoprirlo, ma intanto i curatori della mostra si accontentano di esplorare questo particolare aspetto della paleontologia, che tanto ha portato alla ribalta il mondo dei dinosauri.
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