La giunta comunale di Trieste, su proposta dell’assessore all’Organizzazione e Risorse Umane Roberto Treu, ha approvato due delibere che avviano e vanno ad ampliare una serie di progetti, complessivamente ben 82, per lavori socialmente utili, da attivare ai sensi del Decreto Legislativo n. 468/1997.
Riconoscendo la validità del ricorso ai lavori socialmente utili, che rispondono ad un’importante funzione sociale e con l’obiettivo di valorizzare le persone estromesse dal mercato del lavoro, soprattutto in questo momento di particolare crisi economia, la delibera consente di attivare e coinvolgere nei progetti ben 82 lavoratori socialmente utili (68 da avviare entro quest’anno ed ulteriore 14 da avviare nel 2014), con un notevole incremento quindi, rispetto alle 27 persone che erano state finora impiegate in questo particolare settore.
I progetti riguardano e interessano diversi servizi di pubblica utilità come ad esempio: interventi manutentivi in alcuni impianti sportivi (Rocco, Grezar e PalaTrieste); opere di miglioramento e conservazione di immobili e strutture comunali; la pulizia e la manutenzione su aree patrimoniali pubbliche; la manutenzione di strade e piazze, nonché della relativa segnaletica; il riordino di archivi comunali; l’apertura al pubblico dei Bagni Veronese e Lanterna; il rafforzamento del servizio di sorveglianza nei Civici musei letterari e nella Biblioteca civica; il supporto nelle attività amministrative dell’Ufficio progetti speciali; la protocollazione e archiviazione di pratiche dell’Area Risorse Economiche; la sorveglianza e il controllo nei Civici musei scientifici. Di tutti i progetti ben 39 riguardano l’Area Cultura, considerata a un settore essenziale per favorire lo sviluppo e accrescere le potenzialità attrattive della città.
“Anche con queste delibere -ha detto l’assessore Roberto Treu- appare evidente l’impegno della giunta di ricercare, pur nei limiti e nelle ristrettezze del bilancio, ogni opportunità per favorire, da un lato una maggior possibilità d’occupazione e di conseguente integrazione delle retribuzioni dei lavoratori che si trovano in una condizione di difficoltà, dall’altro di consentire ai cittadini di poter contare su servizi più adeguati”.