Trieste, 04 giugno 2015 – «Meglio non far niente che scoprire cosa è stato abbandonato in più di 250 grotte della provincia di Trieste: se nessuno si muove le nostre grotte potrebbero lentamente diventare un serio pericolo per le falde acquifere». Le parole di Furio Premiani, presidente della Federazione Speleologica Triestina, sono un grido d’allarme per l’inquinamento delle grotte del Carso e descrivono una situazione che appare assurda con uno scaricabarile di responsabilità tra Comune di Trieste, Regione Friuli Venezia Giulia e Arpa.
I tre enti sono infatti i protagonisti di una circostanza kafkiana che prende il via il 1° agosto 2014 con la delibera n. 35 approvata dal Consiglio Comunale di Trieste, su proposta del consigliere Roberto de Gioia, che stanziava 30.000 euro per eseguire indagini conoscitive sullo stato di inquinamento delle grotte nel Comune di Trieste. La Federazione Speleologica Triestina, attiva sul territorio dal 1984 e riferimento per la quasi totalità delle associazioni speleologiche locali, il 28 novembre 2014 scrive all’assessore all’Ambiente del Comune di Trieste assumendosi l’incarico di effettuare il lavoro che “consisterà nel censimento di almeno 50 cavità“ con la stesura per ogni grotta inquinata di una dettagliata relazione dove saranno evidenziate con documentazioni fotografiche le tipologie degli inquinanti e le loro quantità.
«I 30.000 euro stanziati dal Comune servivano per l’acquisto delle attrezzature tecniche necessarie per eseguire le indagini – sottolinea Premiani – ma nonostante la nostra disponibilità, affiancata dalla nostra esperienza, ora è tutto fermo». L’assessore all’Ambiente dell’amministrazione triestina Umberto Laureni, infatti, dopo aver consultato i propri tecnici, ha fatto sapere alla Federazione Speleologica Triestina che sarà l’Arpa, per competenza, a svolgere “le indagini conoscitive sullo stato di inquinamento delle grotte al fine di valutare l’entità del problema e programmare eventuali interventi di bonifica”.
«Ho scritto due volte (30 dicembre 2014 e 30 gennaio 2015) all’Arpa e al suo direttore tecnico scientifico, dott. Fulvio Daris, per un incontro organizzativo, ma non ho mai ricevuto risposta. L’assessore Laureni ci ha assicurato che i famosi 30.000 sono stati stanziati e non andranno persi, ma nel frattempo non si fa nulla: noi non possiamo intervenire, l’Arpa non si muove e l’inquinamento nelle grotte rimane lo stesso, anzi, cresce e si aggrava visto che ultimamente sono stati individuati pezzi di Eternit scaricati all’interno di una grotta nel Comune di Duino-Aurisina».
Proprio la preoccupante situazione del mondo ipogeo spinse il Consiglio Provinciale ad approvare, il 16 dicembre 2014, la mozione urgente 140, proposta dal consigliere Fabio Longo, nella quale si impegnava la Presidente della Provincia, Maria Bassa Poropat, e la Giunta Provinciale a sollecitare gli uffici competenti della Regione Friuli Venezia Giulia a reperire urgentemente le risorse finanziarie necessarie alla caratterizzazione e bonifica delle grotte inquinate o contenenti rifiuti.
«Purtroppo anche questi interventi non sembrano aver scosso chi di dovere e così le grotte restano abbandonate al loro destino, nella più totale indifferenza. Quello che non si vede a nessuno importa – conclude Furio Premiani – ci troviamo con 30.000 € stanziati per studiare l’inquinamento ipogeo, ma non possiamo fare nulla, è tutto fermo. É una situazione assurda anche alla luce della recente legge sull’inquinamento approvata negli scorsi giorni nella quale si parla anche di omessa bonifica e impedimento di controlli».
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Furio Premiani, presidente della Federazione Speleologica Triestina: 347.4545824