Ha debuttato a Udine il nuovo lavoro di Aida Talliente, “Il Vangelo delle Beatitudini” una coproduzione CSS e Aria Teatro Pergine proposta da Contatto 37.
Tratte dal discorso della montagna del Vangelo secondo Matteo, le Beatitudini indicano le linee guida che una persona dovrebbe seguire lungo il suo percorso di vita: accoglienza, giustizia, speranza.
Nel corso dello spettacolo, Aida Talliente mette l’accento sul tema della speranza che considera come una piccola luce nel buio, una mano tesa ed inaspettata in un momento di bisogno, come il tenere per mano qualcuno nella sofferenza.
Nella sua ricerca l’autrice si è confrontata con persone che danno speranza agli altri, come ad esempio Don Pierluigi Di Piazza responsabile del Centro Balducci di Zugliano, don Mario Vatta fondatore della comunità di San Martino al Campo di Trieste, l’antropologo Gian Paolo Gri e Massimo Marangone, referente del presidio di Libera (associazione contro le mafie) intitolato a Rita Atria.
La Talliente ha cercato il dialogo anche con chi, a causa dei suoi errori ha perso la libertà, come un ergastolano recluso nel carcere di Tolmezzo in regime di 41 bis che però nello studio, nella cultura e nella musica, ha trovato la sua personale fonte di appagamento. Per non perdere la speranza.
Lo spettacolo è articolato in un prologo e quattro quadri. Nel prologo l’attrice spiega in modo laico le Beatitudini utilizzando le parole di Pierluigi Di Piazza.
Il primo quadro parla degli umili e dei puri di cuore: l’attrice lo dedica alla sua famiglia proiettando in scena foto originali dei suoi cari. Il secondo quadro è per quelli che piangono e hanno compassione. È dedicato a Mario Vatta ed è rappresentato in forma di ideale “colloquio” tra il sacerdote e la tomba di suo padre per trovare il sostegno e la forza in un momento di sconforto causato dalla perdita di un ragazzo che aveva accolto in comunità. Il terzo quadro invece è per i non violenti e si ispira all’incontro con l’ergastolano recluso nel carcere di massima sicurezza di Tolmezzo. Qui la speranza è rappresentata dallo studio della filosofia e dalla musica diventate una fiammella nel buio della vita. L’ultimo quadro, evangelicamente, parla di quanti hanno fame e sete di giustizia e dei perseguitati a causa della giustizia. L’autrice li rappresenta con la lettura di un brano tratto dalle lettere dei condannati a morte della Resistenza Europea.
Le parole sono supportate da grandi immagini proiettate sul fondo della scena: fotografie, video, disegni oltre ad un gioco di luci ed ombre distorte ed amplificate da prismi che irradiano sfaccettature e scomposizioni.
Senza dubbio uno spettacolo coinvolgente che emoziona lo spettatore, condotto alla riflessione personale sulla vita e su ciò che per lui significa speranza. Ancora una volta Aida Talliente è riuscita a raccontare con delicatezza storie di “ultimi” a teatro, che diventa il luogo dove riflettere su ciò che accade ogni giorno alle persone. Una riflessione oggi necessaria visto il momento storico caratterizzato dall’indifferenza, dalla paura del diverso e da una generalizzata perdita di valori.
Disegno luci di Luigi Biondi; assistente al suono Alessandro Barbina, video Animation Cosimo Miorelli, assistente al video Roger Foschia, elementi scenici Luigina Tusini, grafica per le proiezioni Giulia Spangaro e Virginia Di Lazzaro, consulenza e realizzazione sonora Massimo Toniutto, Alberto Novello, Giorgio Pacorig.
mtr