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CASA CAVAZZINI SVELA “I SEGNI NASCOSTI” DELLA GRAFICA ITALIANA DI METÀ ‘900

L’inaugurazione della mostra domani, sabato 12 luglio , alle 18
al Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Udine

Un viaggio tra i segni più significativi della grafica italiana nella prima metà del Novecento, dalle linee tracciate dal grande Scipione, passando per Mario Mafai, Antonietta Raphaël, Roberto Melli o Pericle Fazzini, con particolare riferimento alla cosiddetta “Scuola di via Cavour”. Un percorso visivo che si colloca a pieno titolo nell’ambito della “modernità” espressiva grafica del Novecento e che i visitatori potranno ammirare attraverso un centinaio di opere. Una chiave di lettura utile a svelare “i segni nascosti” che hanno segnato il passaggio del disegno da una concezione accademica preparatoria alla pittura a un campo di sperimentazione visivo capace di sollecitare nuove immagini e nuovi modi di interpretare il reale.  Si intitola appunto “I segni nascosti. Taccuini e album di Melli, Scipione-Mafai-Raphaël-Fazzini 1905-1963” ed è la nuova mostra che aprirà i battenti domani, 12 luglio, alle 18 a Casa Cavazzini, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Udine per restare aperta fino al 21 settembre.  Nell’ottica di una programmazione espositiva che valorizzi il museo cittadino da poco aperto al pubblico anche nella sua primaria funzione museale è stata progettata infatti un’esposizione che, prendendo spunto dalla raccolta di disegni della ricca collezione Astaldi, ricostruisca scientificamente un segmento importante della grafica italiana di inizio secolo scorso insieme con alcuni dei pittori e scultori che precedettero o gravitarono in quell’orbita figurativa rappresentata dalla “scuola di via Cavour”.  Il disegno, che nel corso dell’Ottocento acquisisce progressivamente lo statuto di linguaggio espressivo autonomo rispetto alla pittura, durante il Novecento finisce per mutare anche la sua funzione e le sue intrinseche finalità artistiche. Da una concezione puramente accademica del disegno inteso quale esercizio della mano e fase preparatoria di composizioni tradotte di seguito in pittura, si passa ad intenderlo come un vero e proprio campo di sperimentazione. In poche parole, dallo schizzo e dall’abbozzo al foglio di maggiori dimensioni il passo è breve e le riflessioni teoriche che da lì scaturiscono finiscono per riempire non solo le pagine delle maggiori riviste dell’epoca, “Valori Plastici” o “Il Selvaggio” solo per citare le più note, ma anche nelle mostre che sempre più frequentemente vengono organizzate in Italia, in un mercato collezionistico in continua espansione.  Tra i diversi filoni in cui si scompone la grafica novecentesca, restringere l’obiettivo alle esperienze legate all’ambiente romano gravitante intorno alla Scuola di via Cavour vuol dire ripercorrere le tappe di un passaggio fondamentale che si pone in alternativa alle dominanti poetiche di Novecento italiano, sostenute con maggior forza dal Regime negli stessi decenni.  Cuore dell’esposizione visitabile a Casa Cavazzini sarà dunque costituito da un importantissimo nucleo di disegni del pittore Gino Bonichi, meglio noto con lo pseudonimo di Scipione, facenti parte di un taccuino inedito oggi conservato in una collezione privata. L’album, costituito di 51 fogli, risale al 1921, ovvero ad un periodo ancora poco noto dell’attività dell’artista, all’epoca appena sedicenne. Colpito dalla tubercolosi in giovanissima età, Scipione bruciò le tappe della sua esistenza e del suo intenso percorso creativo condensando tutta la sua produzione nel periodo che va dalla metà degli anni Venti fino alla morte avvenuta in un sanatorio nella provincia di Trento nel 1933.  Il taccuino esposto al pubblico udinese offre quindi ad un tempo l’opportunità di approfondire la conoscenza del periodo formativo del giovane artista marchigiano, ma anche di comprendere quali furono le sue fonti visive e il suo iniziale ambito di sperimentazione che rivela un non casuale interesse per il ritratto e la caricatura. I disegni di Scipione, permetteranno dunque di inaugurare un percorso visivo che si colloca a pieno titolo nell’ambito della “modernità” espressiva grafica del Novecento e che i visitatori potranno vedere svolgersi in oltre un centinaio di fogli che tra schizzi, suggestioni visive, istantaneità e spontaneità di ripresa, meditazioni formali per successive costruzioni compositive, dal campo d’azione della pittura trapassano a quello della scultura.  Riunendo i disegni di Scipione a quelli degli amici Mario Mafai e Antonietta Raphaël, successivi al viaggio parigino del 1930, associati a taccuini e album di disegni di Roberto Melli e Pericle Fazzini sarà quindi possibile ripercorrere, attraverso il circuito espositivo, le tappe evolutive di un’idea di disegno che traduce con immediatezza la tensione creativa dell’artista e che, invece di riprendere fedelmente la realtà, ne suggerisce un’interpretazione su basi puramente intellettuali.  L’esposizione, come ricordato, sarà aperta fino al 21 settembre dal martedì alla domenica dalle 10.30 alle 19. Per informazioni: Casa Cavazzini, via Cavour 14; 0432 414772, email [email protected] (www.udinecultura.it/casacavazzini)

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