Aspettati l’inaspettato non è solo il titolo di un vecchio (meraviglioso) poliziesco hongkonghese di Johnnie To e Patrick Yau: è la formula chimica, breve e perfetta, che racchiude l’essenza di tutto il cinema orientale. Davvero tutto. Ci sono luoghi in cui ogni cosa può accadere, li troviamo dentro alle favole o dentro ai sogni, e il cinema orientale è senza dubbio uno di questi. Lo sanno bene gli appassionati, lo sa bene il FEFF, che ha concentrato nella penultima giornata della diciannovesima edizione la bellezza di 11 film e di 4 corti (griffati Shock Wave).
Inaspettato è, sicuramente, Branded to Kill (La farfalla sul mirino), che compie 50 anni e che Udine mostrerà nella splendida versione restaurata dalla Criterion. Un affettuoso omaggio al maestro Suzuki Seijun, impreziosito anche dalla presentazione del nuovo box che gli ha dedicato CG Entertainment e del volume Time and Place are Nonsense (a cura di Tom Vick). Venerato da Quentin Tarantino, che non ha mai smesso di citarlo come fonte d’ispirazione, Branded to Kill è senza dubbio uno dei maggiori cult della Nikkatsu. Uno yakuza movie adorato anche da Jim Jarmusch e universalmente riconosciuto come capolavoro dell’assurdo!
Inaspettato è, sicuramente, Die Beautiful di Jun Robles Lana, presentato in collaborazione con FVG Pride: un’irresistibile, chiassosa, coloratissima transgender comedy filippina che è già destinata a diventare una piccola leggenda! È la storia di Trisha (l’attore Paolo Ballesteros), una reginetta di bellezza che muore, all’improvviso, durante la cerimonia d’incoronazione. Il suo ultimo desiderio è quello di una veglia funebre indimenticabile e gli amici, per evitare gli strali del padre ultraconservatore, ne trafugano la salma: resterà esposta per dieci giorni, come da tradizione filippina, e ogni notte verrà trasformata a colpi di make up… in una diversa celebrity, da Madonna a Shakira!
Inaspettato è, sicuramente, The Sleep Curse di Herman Yau, vecchio e carissimo amico del Festival, che ritorna al suo primo (grande) amore per la gioia degli ammiratori più ferventi: lo splatter. Anzi: il gore. Se pensate di essere pronti a tutto, aspettate di (ri)vedere in azione la gloriosa coppia di Untold Story (1993) ed Ebola Syndrome (1996): sì, perché il mitico Herman ha richiamato sul set l’altrettanto mitico Anthony Wong! Un film estremo, sconsigliatissimo alle anime candide, che riscrive – con il sangue – le regole del genere…
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